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Verso il futuro

Come fare dell'Italia un paese per giovani. Un dossier di Confartigianato

Bisogna eliminare gli ostacoli che deprimono le ambizioni di chi vuole avviare un’attività o portare avanti l’azienda di famiglia: "La nostra generazione non deve passare alla storia come quella che ha spento le aspirazioni, i sogni, i talenti e le qualità dei ragazzi!”

Chi conosce gli imprenditori italiani e ne frequenta convegni e meeting è rimasto sorpreso nell’assistere, il 27 novembre, all’Assemblea nazionale di Confartigianato. Nella relazione che il presidente Marco Granelli ha tenuto davanti al presidente della Repubblica, ai rappresentanti di Parlamento, governo, forze economiche e sociali e 1.600 imprenditori provenienti da tutta Italia non c’era traccia delle consuete “liste della spesa” e rivendicazioni corporative che spesso caratterizzano queste occasioni. Il tema dominante nelle parole di Granelli è stato, invece, il futuro dei giovani e tutto ciò che occorre fare per garantirlo. Una frase, in particolare, ha sintetizzato la preoccupazione del leader degli artigiani: “La nostra generazione non deve passare alla storia come quella che ha spento le aspirazioni, i sogni, i talenti e le qualità dei giovani!”. In questo appello c’è tutto il senso di responsabilità che Confartigianato ha voluto condividere per trasformare l’Italia in un paese accogliente e attrattivo per le nuove generazioni. Che significa tante cose. A cominciare da un sistema scolastico e formativo adatto alle richieste del mercato del lavoro, vista la drammatica carenza di manodopera denunciata dalle imprese. A novembre, le aziende di manifattura e servizi lamentano difficoltà a reperire il 47,9 per cento del personale necessario (pari a 204.790 lavoratori), 2,8 punti percentuali in più rispetto al 45,1 del 2023.  E questo a fronte di quasi un milione e mezzo di giovani tra 25 e 34 anni che non cercano lavoro. Abbiamo il triste record negativo in Europa per il tasso di inattività degli under 35, pari al 24,2 per cento.

 

Per costruire il futuro dei giovani, ha detto Granelli, bisogna anche eliminare gli ostacoli al fare impresa che deprimono le ambizioni di chi vuole avviare un’attività o portare avanti l’azienda di famiglia. “C’è ancora molto da fare – ha sottolineato – per creare un ambiente che favorisca la spinta imprenditoriale: burocrazia, fisco, difficoltà di accesso al credito, costi dell’energia, condizioni delle infrastrutture diventano barriere che scoraggiano le migliori volontà di mettersi in proprio”. Si tratta, insomma, di spianare il cammino a quei ragazzi che, secondo un sondaggio del Censis per Confartigianato, preferiscono un lavoro libero e creativo rispetto ad un impiego tradizionale, ripetitivo, imprigionato in gerarchie. Dietro a questo approccio c’è il rifiuto di un “posto qualunque” e l’aspirazione ad un’occupazione motivante e coinvolgente che rispecchi interessi e valori personali. Le attività imprenditoriali artigiane spiccano nelle preferenze manifestate dai ragazzi, proprio per la possibilità di esprimere la propria creatività, concretizzare idee e progetti, operare in autonomia, realizzare prodotti unici, ben fatti, e portarli nel mondo.

 

E, allora, la strada da percorrere è quella indicata dal presidente Sergio Mattarella, il quale, nel suo intervento all’Assemblea di Confartigianato, ha sottolineato: “Essere artigiani non è un lavoro qualsiasi. L’artigianato è espressione della qualità del lavoro, dell’intelligenza, della laboriosità della persona L’artigianato occupa un ruolo cruciale per le comunità. Le aiuta a funzionare meglio, difende i territori, offre prospettive di libertà, di autonomia, di creatività ai giovani”. In queste parole del capo dello stato, che raccolgono le indicazioni espresse del presidente Granelli, si legge l’esortazione a fare il possibile per dare futuro all’Italia, costruendo il futuro dei giovani e valorizzando il ruolo economico e sociale dell’artigianato e delle piccole imprese.

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