Automotive in crisi
Transnova licenzia 97 operai. Schlein a Pomigliano: “Stellantis si assuma le sue responsabilità”
Stretta dal mancato rinnovo dell'appalto con il gruppo di Elkann, l'azienda della logistica annuncia tagli al personale in quattro stabilimenti. Al presidio permanente si presenta la leader dem, mentre si attende il tavolo del 17 dicembre al Mimit
L'azienda di logistica Transnova ha inviato lettere di licenziamento a 97 dipendenti divisi nei quattro stabilimenti di Melfi, Cassino, Mirafiori e Pomigliano d'Arco (che da sola conta 44 operai). A renderlo noto sono stati gli stessi lavoratori durante il presidio organizzato davanti lo stabilimento di Pomigliano di Stellantis, dove gli operai stanno protestando da lunedì in seguito del mancato rinnovo dell'appalto da parte di Stellantis, in scadenza il prossimo 31 dicembre. L'arrivo delle missive era stato già anticipato ieri da Mauro Cristiani e Mario Di Costanzo, rispettivamente segretario generale e responsabile settore automotive Fiom Napoli, che in una nota congiunta si sono scagliati contro il nuovo “corso industriale prospettato da John Elkann in continuità con la politica avviata da Tavares di generare redditività finanziaria sacrificando l'indotto”.
Martedì lo stabilimento campano si è visto costretto a fermare la produzione a causa della mancanza di materiale e merci, bloccate all'ingresso proprio dal presidio permanente dei lavoratori di Transnova. Oggi al presidio si è presentata anche la segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, che ha espresso piena solidarietà agli operai licenziati e chiesto la proroga della commessa da parte del gruppo automobilistico. “Stellantis deve assumersi le sue responsabilità davanti al paese. Elkann in Parlamento deve dare le risposte che servono sul piano industriale che garantisca l'indotto e l'occupazione”, ha commentato la leader dem durante la visita, chiedendo che il gruppo riporti in Italia le produzioni di auto per il mercato di massa nell'elettrico, “perché non possiamo lasciare il campo libero soltanto ai produttori di altri paesi, vogliamo serietà e chiarezza per queste famiglie, per questi lavoratori. Glielo dobbiamo per il contributo che loro hanno sempre portato non solo per far crescere questa azienda, ma per far crescere questo paese”.
Schlein ha attaccato anche l'esecutivo, che nella prossima legge di Bilancio taglierà dell’80 per cento il fondo Automotive istituito durante il governo Draghi per sostenere la transizione e gli investimenti: “La politica è in ritardo in Italia e in Europa e questo rende ancora più folle e assurdo che il governo abbia tagliato il fondo di 4,6 miliardi inserito dal precedente governo. È assurdo che davanti a una crisi così conclamata si tagli per destinare qui fondi alle armi”. Il Pd, ha dichiarato la leader dem, chiede al governo di ritirare il taglio ma anche di spostare il tavolo di confronto con Stellantis a Palazzo Chigi, coinvolgendo in prima persona la premier, “visto che quello al Mimit è stato inutile".
Alla Schlein sono andati i ringraziamenti dei lavoratori, che secondo quanto riportano le agenzie hanno invece criticato il governo per avere ignorato il presidio. Il primo giorno della protesta, si era presentato a Pomigliano il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, ribadendo il fatto che “l'unica cosa che bisogna fare a livello europeo e italiano, è mettersi intorno a un tavolo tutti quanti responsabilmente. Adesso Elkann con questa accelerazione della crisi, che era nell'aria, deve prendere la situazione in mano insieme agli altri soci – la famiglia Peugeot e il governo francese – e devono portarci un piano industriale”.
“Non vi lasceremo soli, ci aggiorniamo dopo il tavolo di martedì”, ha concluso Schlein rivolgendosi agli operai in protesta. Il riferimento è all'incontro convocato per il prossimo 17 dicembre dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, confermato durante un colloquio telefonico con John Elkann subito dopo le dimissioni anticipate dell'amministratore delegato Tavares. “Stellantis si è detta disponibile ad attivare una discussione con la direzione dell'azienda Trasnova per supportarla in questa fase di transizione”, aveva assicurato il titolare del Mimit al question time del 2 dicembre a Montecitorio, ricordando come nello stesso incontro il gruppo automobilistico sarà chiamato a informare il governo sullo sviluppo di un piano industriale teso alla “riaffermazione della centralità del paese”. Un appuntamento a cui i sindacati e i lavoratori dell'indotto di Stellantis guardano con speranza: “Al ministro Urso, che non più tardi di ieri, in Parlamento, rassicurava su un esito positivo della vertenza, chiediamo atti concreti affinché il settore automotive sia rilanciato e per non perdere un solo posto di lavoro in Trasnova”, si legge nella nota di Fiom pubblicata ieri.