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transizione tecnologica

La fibra per tutti, ma non a tappe forzate. Switch off, un test per il governo

Andrea Giuricin

Accelerare la transizione tecnologica senza distorcere il mercato e penalizzare i cittadini, evitando sovraprezzi per chi non ha ancora accesso alla nuova tecnologia. La chiave è quella degli incentivi e delle semplificazioni burocratiche

La creazione di una rete fibra efficiente che possa servire al meglio l’Italia è sicuramente un obiettivo importante. La fibra è essenziale come abilitatrice di molti servizi, ma soprattutto per la competitività del sistema economico italiano. Come raggiungere i livelli di copertura, ma soprattutto di take up della fibra (vale a dire l’adozione da parte dei clienti) è sicuramente il tema chiave e per fare tutto questo lo switch off della rete in rame è certamente un elemento importante da tenere in considerazione. Questo spegnimento della rete in rame (che continua a servire per i servizi Fiber to the Cabinet) è stato utilizzato da diversi paesi europei, che tuttavia hanno una copertura e un take up della rete Ftth superiori a quelli dell’Italia che è invece ancora leggermente sotto la media europea. Il tema è dunque come effettuare e con quali tempistiche lo switch off del rame in modo che non si distorca il mercato e che i consumatori possano avere i servizi in fibra necessari per le proprie attività.

La necessità di completare la rete in fibra è un imperativo per l’Italia ma bisogna effettuare un’analisi costi benefici dello spegnimento della rete in rame in tappe forzate in modo da poter raggiungere in maniera realistica gli obiettivi di copertura che il governo vuole giustamente raggiungere. La transizione tecnologica è necessaria e per questo bisogna effettuarla nel migliore dei modi per raggiungere gli obiettivi, ma c’è anche da ricordare che ancora oltre il 40 per cento delle abitazioni non è raggiunta dalla rete Ftth e che quindi una corsa rischia di creare dei problemi. Oltretutto in questo momento esiste la difficoltà nel reperire le risorse umane per completare lo sviluppo della rete stessa e le tempistiche sembrano essere allungate rispetto alla scadenza del Pnrr. Non è un caso che negli ultimi mesi il governo abbia cercato delle soluzioni per lo sviluppo della rete Ftth nonostante il limite di fine giugno del 2026 non potrà essere rispettato. Cosa si potrebbe dunque fare?

Indubbiamente lo switch off può essere completato nei prossimi anni, ma senza porsi obiettivi irrealistici che distorcono il mercato e che non porterebbero poi i risultati sperati. Oltretutto, pensare di creare un sovrapprezzo per la rete in rame del 10 per cento, come proposto in un emendamento alla legge Finanziaria, sembra essere un intervento che potrebbe creare dei problemi da un punto di vista competitivo, oltre che creare dei sovraprezzi per tutti quei cittadini che ancora non possono utilizzare la rete tutta in fibra (anche se lo volessero). L’incentivazione al completamento della rete Ftth può essere un mezzo molto migliore e piuttosto bisognerebbe cercare di togliere le inutili lungaggini burocratiche per il completamento della rete stessa. Interventi scomposti non servono a risolvere i problemi dell’Italia e soprattutto rischiano di crearne di nuovi.

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