L'intervento
Respingere le fake news sul termovalorizzatore. Un botta e risposta
Chi lo vede come un impianto industriale inefficiente e inquinante, con costi più elevati per i cittadini e meno occupazione, e chi lo difende citando i dati degli impianti già presenti in Italia, in vista della tabella di marcia delineata dall'Ue. Il dibattito tra Nando Bonessio e Chicco Testa
Al direttore - Carissimo dr. Chicco Testa, l’inceneritore di Roma è una scelta sbagliata! Abbiamo letto ieri con attenzione la lettera con cui il dr. Testa ha cercato di avvalorare la scelta di costruire un inceneritore di rifiuti a Roma. Siamo tecnicamente e scientificamente contrari, e non per motivi ideologici. Il dr. Testa sostiene non sia vero che l’impianto consumerà tantissima acqua, e quella usata sarà riciclata: l’elaborato R06 allegato 15 del progetto presentato, stima che ogni anno verranno consumati 85.000 m3 di acqua (9.95 m3/h) mentre solo quantità residue verranno riciclate. A 800 metri dall’inceneritore, i circa 1500 residenti del ‘Villaggio Ardeatino’ da 15 anni prelevano l’acqua da autobotti. Propone la tesi che l’inceneritore non sia nemico del riciclo: la Ue impone al 2035 l’obbligo di portare il riciclo almeno al 65 per cento, mentre nel piano per Roma del Commissario ai rifiuti con l’inceneritore si prevede il 54,9 per cento; un dato comunque sovrastimato, calcolato con modalità attualmente oggetto di “infrazione” da parte Ue. Sostiene che con l’inceneritore la Tari diminuirebbe; Il risparmio si ottiene non bruciando i rifiuti, ma trattandoli in impianti di recupero di materia; così come un vero guadagno sarebbe costituito dal valore del materiale riciclato venduto ai consorzi di recupero. Ma è l’intero progetto, della durata di affidamento ai gestori per ben 33 anni e 5 mesi, ad avere un equilibrio economico finanziario incerto, il cui mantenimento andrà a gravare per tutti gli anni di gestione dell’impianto sui cittadini attraverso laTari che sarà impossibile diminuire. L’unica certezza sono i ricavi, già fissati dal contratto e finanziati proprio dalla Tari, a favore del Rti guidato da Acea. Chi si oppone all’inceneritore vuole le megadiscariche. Nessuno. Soprattutto chi si è battuto per la loro chiusura, a cominciare proprio da quella di Roncigliano a ridosso del sito dell’inceneritore. Non esiste l’alternativa tra inceneritore e discarica: da tempo in Europa la soluzione è il riciclo con recupero di materia, ovvero la “terza via”. Sostiene che l’inquinamento è minore di quello generato dal traffico veicolare. I moderni inceneritori producono meno emissioni, ma le polveri sottili e gli altri inquinanti continuano a provocare numerosi decessi, in Italia il S.s.n. stima in 50.000 le vittime annue per patologie cardio-respiratorie connesse alla qualità dell’aria. È la comunità scientifica ad affermare che un inceneritore è un impianto industriale: 1. inefficiente, spreca materia invece di riciclarla; 2. con costi più elevati per i cittadini e minore occupazione; 3. produce ingenti emissioni di Co2 (pari a quelle di impianti a carbone) e inquinanti nocivi per la salute. Per questi motivi riteniamo, senza alcun pregiudizio ideologico, le motivazioni del dr. Testa contrarie all’interesse dei cittadini e alla tutela dell’ambiente.
Prof. Nando Bonessio Consigliere Capitolino EV Alleanza Verdi-Sinistra ing. Giuseppe Girardi Responsabile ambiente e rifiuti SI Alleanza Verdi-Sinistra Roma
Risponde Chicco Testa. Basterebbe guardare i dati della Lombardia: una dozzina di termovalorizzatori, la raccolta differenziata ben oltre il 70 per cento e la quasi totale eliminazione delle discariche. La Tari della Lombardia 254 euro, quella del Lazio 376. Oppure basterebbe una calcolatrice. Anche ammesso che Roma raggiunga gli obbiettivi previsti dalla Ue, vale a dire il 65 per cento di riciclaggio che vorrebbe dire avere una raccolta differenziata almeno dell’80 per cento, compresi gli inevitabili scarti, la quota rimanente, non riciclabile, sarebbe di 600.000 tonnellate. Quanto previsto come capacità del termovalorizzatore. E’ inoltre molto probabile che da qui ai prossimi 30 anni i rifiuti prodotti aumentino a meno che l’economia romana non entri in recessione. Basta vedere che cosa lascia il turismo. Certo la raccolta differenziata può migliorare ma nel frattempo e per la parte che comunque rimarrà l’unica alternativa sono le discariche e i viaggi di centinaia di automezzi verso il resto d’Italia e l’estero. Con un inquinamento ben superiore a quello ridottissimo provocato dal termovalorizzatore. Per quanto concerne l’acqua Acea assicura che proverrà dai reflui dell’acqua di depurazione dei depuratori che gestisce con un saldo netto che consentirà di metterne una parte a disposizione degli usi industriali della zona. La pretesa poi di parlare a nome della comunità scientifica la classifichiamo fra i peccati di presunzione?
Sovranismi all'angolo