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Honda e Nissan, l'alleanza per rafforzarsi. E l'Europa che fa?

Mariarosaria Marchesano

L’annuncio fatto ieri dalle due aziende giapponesi non è già una fusione, ma è il segnale che le cose nel settore dell’auto stanno cambiando velocemente, e che i produttori mondiali fanno a gara per accaparrarsi quote di mercato nell’auto elettrica. Le possibili contromisure del mercato europeo

Pochi giorni fa il capo Europa di Stellantis, Jean-Philippe Imparato, a margine di un incontro al Mimit per rinnovare gli impegni del gruppo in Italia, smentiva la possibilità di una fusione con la francese Renault. Chissà se la pensa ancora così, dopo che Honda e Nissan hanno annunciato una mega aggregazione a cui si potrebbe accodare anche Mitsubishi. E’ vero che le indiscrezioni su una fusione tra Honda e Nissan circolavano da tempo, ma nessuno poteva immaginare che l’operazione avrebbe preso la forma di una vera alleanza a tre nell’automotive tutta giapponese, con un giro d’affari potenziale gigantesco: 30 trilioni di yen, circa 191 miliardi di dollari. Senza contare il contributo di Mitsubishi, che dovrà decidere entro fine gennaio in che misura partecipare a quello che si candida a diventare il terzo gruppo mondiale dell’auto dopo Toyota e Volkswagen. La necessità di dare una risposta all’incalzante concorrenza cinese e americana, con aziende come BYD e Tesla che hanno praticamente assunto il dominio globale nell’auto elettrica, è diventata sempre più urgente in Giappone, paese che punta a recuperare il primato tecnologico. L’idea strategica spiegata dall’ad di Honda, Toshihiro Mibe, è che le aziende hanno bisogno di una scala maggiore per competere nello sviluppo di nuove tecnologie nei veicoli elettrici e nella guida intelligente. “Un’integrazione aziendale darebbe alle aziende un vantaggio che non sarà possibile nell’attuale quadro di collaborazione”, ha detto Mibe.

 

L’annuncio fatto ieri non è già una fusione, per la quale ci vorrà tempo, ma è il segnale che le cose nel settore dell’auto stanno cambiando velocemente, e che, a prescindere da come si evolverà la transizione energetica, i produttori mondiali fanno a gara per accaparrarsi quote di mercato nell’auto elettrica. E l’Europa che fa? Il gruppo Renault, che, nonostante la recente vendita di una quota importante, resta il principale azionista di Nissan, ha dichiarato di prendere atto delle intenzioni annunciate e considererà tutte le opzioni mentre continua ad attuare la propria strategia e a realizzare progetti che creano valore, “compresi quelli lanciati nell’ambito dell’alleanza con Nissan e Honda”. Un giro di parole che si può tradurre così: Renault, in sostanza, ha già un piede dentro il polo nipponico dell’auto grazie agli intrecci azionari e alle partnership in essere, ma ci penserà ancora un po’ prima di decidere come muoversi.

 

Il gruppo francese, guidato da Luca De Meo, dovrà decidere se uscire definitivamente da Nissan per concentrare le sue forze in Europa oppure se fare da sponda al gigante nipponico. Ma esiste anche una terza opzione: un’operazione con il colosso di Taiwan Foxconn, leader mondiale di componenti elettronici e noto perché assembla la quasi totalità degli iPhone. Tra Renault e Foxconn, infatti, sarebbero in corso colloqui esplorativi per capire se esistono le condizioni per un’aggregazione che sarebbe geograficamente impegnativa, ma anche ricca di potenzialità produttive e distributive per entrambi. Dipenderà, probabilmente, da queste scelte se i colloqui informali di Renault con Stellantis potranno in futuro portare a qualcosa di concreto. La casa francese, per ora, sembra trovarsi in una posizione vantaggiosa per negoziare, vista la sua capacità di costruire ponti con il mondo asiatico. Di fronte al processo di concentrazione che sta avvenendo a livello mondiale, i produttori europei, in crisi con le vendite, fanno fatica a trovare una strategia difensiva comune. Volkswagen sta negoziando con i sindacati una riduzione del costo del lavoro, Stellantis sembra aver ritrovato una certa sintonia con il governo italiano per sostenere gli investimenti. Basterà?