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Dai braccianti al record di iscritti: chi è la papabile nuova segretaria Cisl (su cui scommette Sbarra)
Il segretario uscente ha indicato in Daniela Fumarola la sua potenziale successora. Gli studi alla Cattolica e i gli scontri con il presidente della Puglia Emiliano sull'Ilva
A chi la cerca in queste ore per un commento, preferisce, almeno per adesso, declinare. Un po’ per naturale riservatezza. Un po’ perché nulla c’è, ancora, di ufficiale. Del resto, da quando Luigi Sbarra l’ha indicata come sua possibile successora alla guida della Cisl, Daniela Fumarola deve aver ripensato alle volte in cui ha detto di non “volere visibilità, non l’ho mai cercata. Sono rispettosa dei ruoli e dei confini”. Quel che adesso potrebbe essere però, per lei, solo un lontano ricordo. E pensare che l’investitura di Sbarra, che medita di lasciare l’incarico alla naturale scadenza di febbraio non chiedendo proroghe allo statuto, era tutt’altro che una sorpresa per chi conosce l’universo del sindacato bianco. Questo perché Fumarola e Sbarra hanno due percorsi e due storie che si somigliano. E che hanno in comune l’origine del sindacalismo: tra i braccianti. L’uno, l’attuale segretario, in Calabria. Lei, più giovane, in Puglia. Esattamente nel tarantino, dove poi anni dopo diventerà presidente della Cisl di Taranto. E dove poi diverrà pure segretaria regionale della Cisl Puglia. Prima del salto romano del 2020, nella segreteria di Anna Maria Furlan, che la chiamerà nella capitale a occuparsi di macchina organizzativa.
In questo lavoro “dietro le quinte” Fumarola riesce ad affermarsi e a farsi apprezzare con alcuni dei parametri che in questi anni il sindacato ha rivendicato come suoi successi: 150 mila nuovi iscritti in più nelle categorie attive nell’ultimo quadriennio. La legge sulla partecipazione dei lavoratori agli utili dell’impresa. Un più generale indirizzo volto all’autonomia strategica dalla politica, nel solco di una tradizione che ha visto negli ultimi anni la Cisl distanziarsi dalle campagne barricadere di Cgil e Uil.
Fumarola ama sì la riservatezza, ma non è nuova a prese di posizione forti. Tant’è vero che nella sua Taranto ha spesso fatto da contraltare alle sparate del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano sul dossier Ilva, che Fumarola conosce bene. “Abbiamo fatto proposte e critiche costruttive, ma il dialogo con il presidente è mancato. Non lo vediamo da diversi mesi”, disse in un’intervista molto critica rilasciata al Foglio nel 2020. Nei mesi in cui, quando l’amministrazione Emiliano si fregiava di puntare sulla decarbonizzazione dell’impianto siderurgico tarantino, la Cisl faceva notare tutta la contraddittorietà di chi come Emiliano, al contempo, conduceva una battaglia contro il Tap in costruzione in Salento.
Laureata in Scienze sociologiche alla Cattolica di Milano, Fumarola ha dedicato al sindacalismo così tante energie da essere descritta come una “secchiona”. Non ha un compagno, non ha figli, l’incoronazione potrebbe farla diventare la seconda segretaria generale dopo Anna Maria Furlan, con cui ha lavorato ancor prima che con Sbarra. L’agenda sarebbe quella di una sigla che proseguirebbe nel corso solitario rispetto a Cgil e Uil. Soprattutto perché sulle proposte del governo continuerebbe ad avere, come dicono dalla stessa organizzazione, un approccio anti-ideologico. Sui fatti, per i lavoratori, e non per un tornaconto politico. Del resto, era stata la stessa Fumarola a chiarire tempo fa cosa ne pensasse del rapporto con Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri. “’Il pluralismo sociale e sindacale è una ricchezza e, seppure le sensibilità possono essere diverse, gli obiettivi restano comuni”. Ma è ovvio, “dipende da cosa si intende per ‘fare sindacato’, che funzione si vuole dare alla rappresentanza del lavoro: se si coltiva una visione autonoma, associativa, personalista, partecipativa e contrattuale, lasciando da parte le ideologie. O se invece si resta legati a un'impostazione novecentesca, antagonista e movimentista”, disse intervistata dal Diario del Lavoro. Sviluppista, con una conoscenza dei dossier più scottanti e che il sindacato l’ha scalato dal di dentro. Deciderà la consulta convocata da Sbarra a fine gennaio, inizio febbraio. Ma la strada della sua leadership sembra spianata.