corsa allo spazio

In orbita il primo satellite italiano della rete Iride, ancora una volta il razzo è un Falcon 9 americano

Stefano Piccin

Il primo step del progetto finanziato dal Pnrr è in orbita. Un passo fondamentale verso la creazione della più avanzata costellazione europea per l'osservazione della Terra, ma ancora dipendente dal contributo di Space X e degli Stati Uniti

Il 14 gennaio, in incognito, è arrivato nello spazio il primo satellite di test della costellazione italiana Iride. Il progetto, nato con i fondi del Pnrr, prevede l'immissione in orbita di diversi satelliti per l'osservazione della Terra. Iride diventerà così la più avanzata costellazione europea di osservazione del nostro pianeta, un progetto voluto al termine dell'ultimo governo Draghi, e ampiamente abbracciato dall'attuale governo Meloni. Una delle prime voci a congratularsi per l'immissione in orbita del primo satellite Iride è stata infatti quella della premier, che sui social ha citato la "collaborazione fra SpaceX e Argotec" come un grande successo. Collaborazione che però esiste solo in queste comunicazioni, dato che l'azienda di Musk ha fornito un legittimo servizio commerciale per l'immissione di questo satellite, pagato dall'Italia, che tra l'altro aveva a bordo di questo razzo altri due satelliti, dell'azienda italiana D-Orbit, non legati al progetto Iride. 

L'opportunità per ringraziare e citare SpaceX è però importante, e visti i precedenti degli scorsi giorni, e le polemiche sull'uso di Starlink da parte dell'Italia, l'occasione è d'oro. Certo, questo genera domande sul fatto che ancora una volta, un satellite italiano, il primo di uno dei progetti di spazio civile più importante dei prossimi anni, vada nello spazio con un razzo americano. La risposta a queste domande è però sempre la stessa: non ci sono alternative. 

Il primo satellite Iride, chiamato Heo Pathfinder, è costruito dall'azienda torinese Argotec, una delle società italiane a cui è stata affidata la costruzione di una delle costellazioni Iride. Essa infatti, è una rete di costellazioni, cioè l'unione di diverse reti satellitari, ognuna delle quali ha un suo scopo, suoi strumenti e caratteristiche, e suoi produttori.

Quella di Argotec si chiama Heo (Hawk for Earth Observation), e sarà formata da nove satelliti che dovrebbero raggiungere lo spazio nel 2025, per poi salire a 24 nel 2026. L'obbiettivo dei satelliti Heo è quello di fare osservazione della Terra in modalità ottica multispettrale, con una risoluzione inferiore ai 3 metri. Prestazioni di rilievo anche sul panorama internazionale, che unite a quelle delle altre costellazioni Iride dovrebbero fornirci dati, tanti dati, per studiare il nostro territorio e dare strumenti a startup, PMI, protezione civile ed enti nazionali. Un progetto che sulla carta è costato 1.1 miliardi di Euro. 

Heo Pathfinder, il satellite lanciato il 14 gennaio, ha una massa di 65 kg, in linea con un mercato che si sta stabilizzando su queste dimensioni. 

Nel complesso l'Italia prevede di lanciare tutti i satelliti della rete IRIDE entro giugno 2026, cioè tutti quelli delle 6 costellazioni. Oltre a Heo di Argotec, due di queste costellazioni sono costruite e gestite da Thales Alenia Space Italia, una Ohb Italia, una da D-Orbit e una da Sitael. Obbiettivo ambizioso, che probabilmente, per forza di cose, prevederà ancora, nei prossimi mesi, di vedere satelliti Iride raggiungere lo spazio con un Falcon 9. Alcuni di questi saranno invece a bordo del Vega-C italiano, per il quale sono previsti quattro lanci nel 2025. 

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