L'intervento
Il Pd chiede il Golden Power su Generali-Natixis
Se si completerà, la joint venture genererà un colosso globale con asset in gestione per 1.900 miliardi. Ma non è chiaro se i rischi di queste operazioni possano incidere su investimenti e andamenti di titoli di stato, così come sulla concorrenza. Temi su cui serve chiarezza
L’operazione annunciata Generali-Natixis genererà, ove dovesse completarsi, un colosso globale nell’asset management sicuramente capace di competere con gli altri big del settore e di esercitare un peso strategico importante. I dati dell’operazione sono, in effetti, impressionanti: da quanto è possibile sapere si tratta di un memorandum per la creazione della joint venture con asset in gestione per 1.900 miliardi. Se, da un punto di vista teorico, i benefici di ogni aggregazione del genere possono derivare - dal lato dell’offerta - da economie di scala e di diversificazione finanziaria, nonché - dal lato della domanda - da un maggior potere contrattuale rispetto alla scelta di soluzioni finanziarie di investimento, sembra esserci meno chiarezza sui costi, meglio sui rischi. In primo luogo, non è chiaro, al momento, il punto di separazione, e dunque di autonomia e responsabilità, tra gli asset propri delle società madre conferiti per il management alla newco. Non è un tema da poco, così come non è chiaro se l’ambito in cui si muoverà la Newco sarà esclusivamente ancorato alla regolazione europea.
In secondo luogo, va valutato, in sede di esame Golden Power, che andrebbe attivato anche per valutare l’imposizione di eventuali prescrizioni, se i rischi di queste operazioni possano incidere e in che misura su investimenti e andamenti di titoli di stato. In terzo luogo, c’è una valutazione antitrust da compiere in merito all’impatto di questa Jv su mercati del prodotto collegati e geograficamente limitati, ad esempio su scala nazionale, rispetto a potenziali concorrenti nella raccolta e gestione del risparmio e di tutta una serie di prodotti derivati associati. Sono tutti temi sui quali è necessario, a questo punto, avere chiarezza, dato il forte interesse strategico nazionale degli asset coinvolti, anche al fine di comprendere quali possibili vincoli all’operazione, sotto il profilo dell’autonomia gestionale sugli asset propri, possano essere imposti e quanti e quali benefici possano essere garantiti a clienti finali e investitori, nonché alla gestione del risparmio italiano.
Antonio Nicita, senatore del Pd