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Il ministro atomico

Il governo avvia l'iter per il  ritorno del nucleare in Italia 

Maria Carla Sicilia

Pichetto Fratin consegna il  disegno di legge delega a Palazzo Chigi. In Parlamento sarà uno show. In cdm entro un mese

C’è voluto un po’ più di tempo del previsto, ma ora lo schema del disegno di legge delega sull’energia nucleare è pronto. Il dicastero di Gilberto Pichetto Fratin ha concluso il suo lavoro e dopo aver inviato il testo a Palazzo Chigi lo ha pubblicato con tanto di relazione illustrativa. Eventuali ritardi, d’ora in avanti non dipendono più da lui. Gongola Forza Italia, che rivendica il lavoro del ministro e mette il cappello su un dossier su cui non tutti vogliono mettere la faccia. Lega e FdI dimostrano più timidezza. Ma mentre Matteo Salvini ha sempre dichiarato il suo favore verso il nucleare, dalle parti di via della Scrofa c’è meno entusiasmo

Adesso tocca a Palazzo Chigi concludere le verifiche tecniche e portare il provvedimento in Consiglio dei ministri. Pichetto Fratin ha fatto sapere di aver chiesto l’iscrizione all’ordine del giorno della prima riunione utile. Ci vorranno dai dieci ai trenta giorni, ha detto ieri il ministro, alla Camera per un’informativa urgente sul rincaro dei prezzi dell’energia. Il testo dovrà passare il vaglio del Dipartimento per gli affari giuridici e legislativi, e per questo non è secondario che a coordinare il gruppo di lavoro che ne ha costruito l’impalcatura sia stato chiamato il giurista Giovanni Guzzetta. I lavori sono iniziati ad aprile dello scorso anno e il risultato è una legge delega di quattro articoli che impegnerà il governo – non è detto che sia questo – ad adottare entro due anni alcuni decreti legislativi che definiranno il quadro per gestire eventuali investimenti sul nucleare nel nostro paese.

Un punto di partenza in questa direzione è la newco tra Enel, Leonardo e Ansaldo che dovrebbe essere in dirittura d'arrivo. L’obiettivo è dunque quello di rendere possibile la realizzazione e l’entrata in funzione di impianti che producono energia nucleare, ma non si specifica di che tipo: il riferimento è alle migliori tecnologie disponibili e l’unico chiarimento riguarda “la completa rottura con le esperienze nucleari precedenti”, un passaggio che serve a superare i vincoli introdotti dai referendum contro il nucleare del 1987 e del 2001. I dettagli saranno più chiari con i decreti attuativi, che tra le altre cose dovranno elaborare un programma nazionale per il nucleare sostenibile e un testo unico, ma l’orizzonte per la loro elaborazione è il 2027. Contestualmente sarà da definire anche se e in che misura offrire sostegno finanziario per la realizzazione dei progetti e tutto sarà coordinato da una nuova Autorità per la sicurezza nucleare che dovrà essere istituita dopo l’approvazione della legge. 

In Parlamento si inizia a ragionare su quali sono i partiti disposti a sostenere il progetto del ministero dell’Ambiente. Il più determinato è proprio quello di Pichetto Fratin. “Quella per la reintroduzione del nucleare è una battaglia che Forza Italia, con il ministro Pichetto Fratin, porta avanti sin dall’inizio della legislatura”, ha dichiarato ieri Antonio Tajani. Alle sue parole sono seguite quelle altrettanto entusiaste di Maurizio Lupi e di molti deputati e senatori azzurri, mentre gli altri alleati di governo sono rimasti indifferenti. Il silenzio più rumoroso nella maggioranza però è quello di Fratelli d’Italia, il partito più scettico verso le tecnologie attualmente disponibili. A partire dalla leader Giorgia Meloni, che nelle occasioni ufficiali ha sempre parlato solo di fusione, una tecnologia per la quale potrebbero volerci decenni di sperimentazioni prima che diventi effettivamente proponibile. Nel partito però c’è chi è stato ancora più chiaro a bocciare la fissione, come il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, che nei mesi scorsi si è detto contrario i piccoli reattori modulari (Smr), gli stessi esplicitamente citati nella relazione illustrativa della legge delega. La discussione parlamentare è destinata a fare esplodere anche le opposizioni. Le aperture arrivano da Azione e Italia Viva, mentre il Pd di Elly Schlein sostiene che rilanciare la fissione nucleare in Italia sia una soluzione “antistorica e anti-economica”. Una posizione in linea con quella di Avs, che precisa: “La politica energetica è una questione fondante su cui costruire alleanze per andare al governo. Se dall’opposizione ci sono forze che pensano di avere posizioni sovrapponibili con la destra, diciamo loro: andate pure con la destra”. Resta da capire “quale” destra
 

  • Maria Carla Sicilia
  • Nata a Cosenza nel 1988, vive a Roma da più di dieci anni. Ogni anno pensa che andrà via dalla città delle buche e del Colosseo, ma finora ha sempre trovato buoni motivi per restare. Uno di questi è il Foglio, dove ha iniziato a lavorare nel 2017. Oggi si occupa del coordinamento del Foglio.it.