Dilemma tech
Effetto DeepSeek. Sottovalutare il mondo tech cinese non è una strategia vincente
La Cina ha solide ambizioni di autosufficienza tecnologica e produce milioni di laureati Stem ogni anno, molti dei quali siedono al vertice delle aziende tech statunitensi e nei laboratori di ricerca pubblici e privati: una forza gigantesca per quantità e qualità. Lezioni per l’America e per tutto l'occidente
Per capire il caso DeepSeek, partiamo da due episodi. Primo flash: giugno 1994. Il leader cinese Jiang Zemin riceve a Shenzhen il fondatore di un’ambiziosa impresa tecnologica, nata sette anni prima. Dopo aver sentito il loro giuramento aziendale, l’ingegnere al vertice del Partito comunista, già ministro dell’Elettronica, suggerisce di aggiungere la frase: “Dobbiamo imparare lo spirito meticoloso e laborioso del popolo tedesco”. Quell’azienda si chiama Huawei. Secondo flash: maggio 2024. Il ceo dell’azienda statunitense Palantir, Alex Karp, afferma: “Non c’è una scena tecnologica in Cina e Russia. Non ci sono società di software”.
Il primo episodio, con ovvi tratti propagandistici, illustra la determinazione cinese nella scalata di lungo periodo alle filiere industriali e tecnologiche. Il secondo episodio mostra la hybris di una certa posizione degli Stati Uniti, in cui l’indubbia forza finanziaria, militare e tecnologica porta alla sottovalutazione degli avversari, che vengono derisi e trattati senza alcun rispetto. Approccio pericoloso.
Il bacino di talenti dell’Asia orientale è il fattore fondamentale della storia tecnologica attuale. Ogni anno, decine di milioni di persone studiano materie scientifiche, si preparano, cercano una vita migliore. Alcuni, come Jensen Huang o Lisa Su, Satya Nadella o Sundar Pichai, sono al vertice delle aziende tecnologiche statunitensi. Altri sono il motore dei laboratori di ricerca pubblici e privati, nonché dei dipartimenti di informatica o ingegneria elettronica. Le conferenze sull’intelligenza artificiale, come Neurips, sono gremite di paper realizzati da ricercatori cinesi. Nel mondo della tecnologia, gli attori politici che contano sono quelli che sanno formare e attrarre talenti, e convertire le capacità di ricerca in imprenditorialità e prodotti. Il caso DeepSeek mostra, in questo contesto, che gli Stati Uniti restano il principale magnete di talenti al mondo ma la forza cinese è gigantesca, soverchiante dal punto di vista quantitativo, molto importante in un’ottica qualitativa.
Per capire DeepSeek, dobbiamo pertanto separare gli aspetti di breve periodo, legati a valutazioni di aziende e oscillazioni dei mercati finanziari, pur rilevanti, a elementi ben più strutturali, come appunto la geografia del talento. La Cina produce ogni anno circa 3,5 milioni di laureati Stem in più rispetto agli Stati Uniti, e una quota crescente di essi resta nel sistema cinese, per aumentare le ambizioni di autosufficienza tecnologica, nella logica di Made in China 2025. Ciò porta a una collaborazione e competizione crescente nel sistema cinese, tra territori, tra filiere, tra ecosistemi, per ottenere risultati che sfruttano la scala del mercato e, appunto, la disponibilità dei talenti. Mentre noi in occidente discutiamo del fatto che l’innovazione cinese sia veramente da 0 a 1, riguardi novità “assolute” o no, in Cina si dedicano a scalare ma anche a pensare lateralmente da un settore all’altro (finanza, industria, tecnologia).
Per capire questo effetto, bisogna seguire ricercatori ancora poco noti ma cruciali per il sistema di Nvidia, come Jim Fan (tra l’altro primo intern di OpenAI) e Zhiding Yu.
Quest’ultimo, esperto di computer vision laureatosi alla South China University of Technology nel 2008, lavora per Nvidia dal 2018, e ha scritto un tweet il 27 gennaio per congratularsi col giovane Zizheng Pan, che nell’estate 2023 ha lavorato come intern di Nvidia e, proprio mentre l’azienda viveva un momento magico, ha rifiutato di restarci e ha scelto DeepSeek. Non solo: Zhiding Yu ne approfitta per dare del clown ad Alexandr Wang, fondatore della startup Scale AI classe 1997, nato a Los Alamos da immigrati cinesi che lavoravano per gli Stati Uniti nel luogo di “Oppenheimer”. Wang condivide col gruppo di Palantir, influente nell’Amministrazione Trump, una posizione di estrema durezza contro la Cina: sempre più controlli, sempre più divieti, per strozzare l’avversario. Tuttavia, ci sarà sempre modo di sfuggire ai controlli!
Una volta attraverso Singapore, una volta attraverso la Malesia o altri, l’enorme bacino di talenti e il Partito comunista si inventeranno qualcosa. Nel mentre, i tanti Zhiding Yu, nelle aziende che costituiscono il cuore del potere statunitense, saranno sempre più scettici rispetto a una strategia offensiva. È proprio per questo profondo dilemma, destinato a lacerare una certa America, e non tanto per i valori di Borsa, che il caso DeepSeek è destinato ad avere un impatto di lungo periodo.