(foto d'archivio EPA)

in puglia

L'esordio con multa di Uber a Bari. Il solito eccesso di burocrazia che si mangia l'innovazione

Annarita Digiorgio

Il caso barese dimostra che quel conta di più non è migliorare il servizio per i cittadini ma preservare i privilegi di una lobby. Cosa che continuano a fare tutte le amministrazioni e i partiti, indistintamente dal colore politico

Due giorni fa Uber, la app di trasporto automobilistico privato più famosa al mondo, è arrivata anche a Bari. Finalmente, verrebbe da dire. Anche se il sindacato dei tassisti ha subito scritto una lettera a sindaco, polizia municipale, Anci e a Michele Emiliano, invitandoli a controllare che il nuovo servizio partisse da rimessa. Cosa che codeste autorità hanno prontamente fatto. E infatti ieri con l’arrivo di Uber è arrivata anche la prima multa. Il noleggiatore, di base a Monopoli, stava effettuando un transfer tramite app ma – secondo quanto rilevato – violando le prescrizioni che prevedono l'obbligo, per gli Ncc, di partire dalla rimessa autorizzata a seguito di prenotazione. Bensì facendosi trovare comodamente a Bari a poca distanza dalla chiamata ricevuta. Poco importa se in questo modo l’utente abbia potuto usufruire di un servizio più rapido ed economico. La legge prevede di partire dalle autorimesse e tornare presso le stesse prima dell’inizio di ogni nuova corsa, e così deve essere.

Perchè ciò che conta non è migliorare il servizio per i cittadini, ma preservare i privilegi di una lobby. Cosa che continuano a fare amministrazioni e politici di ogni colore, dai sindaci del Pd come quello di Bari al ministro Salvini. Per fortuna ieri la delegazione barese di Forza Italia ha rispolverato il suo anelito liberale (finché non lo scopre Gasparri) e ha chiesto scusa a Uber: “Dare immediatamente il benvenuto a un nuovo servizio internazionale di trasporto per cittadini e turisti con multe, proteste corporative e minacciose note stampa dell’amministrazione comunale, è veramente deprimente! Chiediamo quindi scusa, anche a nome di molti baresi, a Uber per la condotta assunta. La Città di Bari è felicissima di esser stata oggi scelta come nuova sede”. Resta il fermo amministrativo del veicolo, simbolo di concorrenza, progresso e libertà.

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