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al ministero

Eni Versalis, il Pd e Avs stanno con i lavoratori. Ma solo quelli della Cgil

Maria Carla Sicilia

Tutti i sindacati sottoscrivono il protocollo per la riconversione degli impianti della chimica di base al tavolo del Mimit, tranne quello di Landini, che chiede di fare un passo indietro. Sulla stessa linea il Partito democratico e Alleanza Verdi e Sinistra

Il tavolo sulla riconversione degli impianti Eni Versalis che si è tenuto al ministero delle Imprese e del made in Italy si è concluso con l’accordo di tutte le sigle sindacali, tranne la Cgil. Non solo Cisl, Uil, Ugl e Confsal si sono espressi favorevolmente alla sottoscrizione del protocollo di intesa con l’azienda, che garantisce il mantenimento dei livelli occupazionali. Anche i rappresentanti di tutte le regioni al tavolo – Sicilia, Veneto, Lombardia e Emilia-Romagna – hanno dato il loro assenso al protocollo. Tutte tranne la Puglia di Michele Emiliano, che ha espresso delle riserve e ha chiesto di approfondire il testo.

L’accordo prevede investimenti per oltre due miliardi di euro, con una riduzione di circa 1 milione di tonnellate di CO2, pari al 40 per cento delle emissioni di Versalis in Italia, e prende atto della decisione dell’azienda di chiudere le attività di cracking negli impianti di Brindisi e Priolo (un processo industriale strategico che scompone le molecole di petrolio) e quelli di polietilene di Ragusa. Per Brindisi è prevista una gigafactory per la produzione di batterie elettriche. Come richiesto dai sindacati, sull’attuazione del piano vigilerà il ministero guidato da Adolfo Urso. 

Mentre il tavolo era ancora in corso, Avs e il Pd si sono espressi sulla vertenza e con due note diverse i due partiti hanno chiesto al governo e a Eni un passo indietro: lo stop alla chiusura degli impianti della chimica di base. Una richiesta che non tiene conto di come si è sviluppata la trattativa tra i sindacati e l’azienda, a meno di non voler prendere per buona solo la posizione della Cgil. Nelle loro note Pd e Avs dicono infatti di essere al fianco dei lavoratori che scioperano, ma di fatto l’unico sindacato che oggi scioperava, mentre gli altri trattavano, era la Cgil di Mauizio Landini. Lo stesso sindacato ha organizzato un picchetto con un centinaio di manifestanti fuori dal ministero, convocando un'ampia delegazione di lavoratori: non solo chimica, ma anche metalmeccanici, trasporti, edili, servizi di pulimento e vigilanza, presenti per rappresentare l'indotto. "Ribadiamo la nostra posizione di contrarietà per i rischi che il piano di smantellamento della chimica di base avrà sulla tenuta complessiva del sistema industriale del paese", ha detto il segretario confederale Pino Gesmundo in serata. "Nei prossimi giorni presenteremo le nostre modifiche al testo, finalizzate alla garanzia occupazionale per tutte le lavoratrici e i lavoratori che operano nell’azienda e nell’indotto. Per noi – ha aggiunto – la giornata di oggi non è esaustiva continueremo nella mobilitazione".

Di diversa idea gli altri rappresentanti dei lavoratori che hanno seguito la vertenza e sottoscritto il piano. Per avere un quadro, anche dei toni, basta leggere le dichiarazioni rilasciate al termine dell'incontro. "Dopo sei mesi di intenso confronto con Eni, tavoli politici e tecnici, abbiamo firmato convintamente il protocollo d'intesa sul piano di trasformazione Versalis, perché siano salvaguardate l'intensità industriale e occupazionale dei siti produttivi di Brindisi, Priolo e Ragusa", ha detto Nora Garofalo, segretaria generale nazionale Femca Cisl. Parla invece di "responsabilità" la Uil, che in questa vertenza ha scelto una strada autonoma rispetto alla Cgil. "Sottoscrivere il protocollo d'intesa tra noi ed Eni Versalis in sede ministeriale significa agire con responsabilità per garantire al settore investimenti, intensità industriale e i livelli occupazionali”, ha spiegato Daniela Piras, segretaria generale Uiltec. Tra le garanzie ottenute dopo mesi di trattativa c'è infatti il mantenimento dei posti di lavoro e l'impegno a mettere in conservazione l’impianto di cracking di Brindisi per non dismettere completamente la possibilità di riattivarlo al mutare delle condizioni normative e di mercato. “Inoltre – ha spiegato Piras – esiste la garanzia degli approvvigionamenti a supporto di tutti gli stabilimenti di Eni Versalis in Italia. E risultano tutelati i livelli occupazionali locali anche dei lavoratori addetti agli appalti".

Eppure, sostiene invece Avs per bocca del senatore ed ex dirigente Fiom Tino Magni, il piano avrà "drammatiche ricadute sull’occupazione, con esuberi immediati". Mente il Pd, con Antonio Nicita, il segretario regionale del Pd in Sicilia Anthony Barbagallo e il deputato siciliano Nello Dipasquale, chiede "lo stop alla chiusura degli impianti della chimica di base entro il 2025".

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  • Maria Carla Sicilia
  • Nata a Cosenza nel 1988, vive a Roma da più di dieci anni. Ogni anno pensa che andrà via dalla città delle buche e del Colosseo, ma finora ha sempre trovato buoni motivi per restare. Uno di questi è il Foglio, dove ha iniziato a lavorare nel 2017. Oggi è responsabile del coordinamento del Foglio.it.