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Ciò che l'Italia deve fare per proteggere le imprese dal rischio Trump
Nei prossimi anni si giocherà una partita strategica sul controllo delle rotte energetiche. Trump intende costruire un nuovo rapporto con la Russia, fondato sulla condivisione delle forniture di gas al ricco mercato europeo, e sostituirsi, così, al ruolo un tempo ricoperto da Angela Merkel. L'indipendenza energetica sarà cruciale
Il quadro geopolitico che si sta delineando va ben oltre le misure tariffarie e le battaglie commerciali: è una partita strategica in cui il controllo delle rotte energetiche, e la capacità di influire sulle alleanze internazionali, giocano un ruolo cruciale. Certo, sappiamo che Trump punta a spaventarci con i dazi, cercando di forzare compromessi che, almeno nel breve termine, finiranno per gravare sui consumatori americani. In un contesto in cui la concorrenza per i mercati disponibili è sempre più aspra e legata ai prezzi, quest’arma può rivelarsi un boomerang per la Casa Bianca: gli Stati Uniti non dispongono infatti di un sistema manifatturiero in grado di sostituire quello europeo e dovranno, in ultima analisi, continuare a importare i nostri prodotti, pagando di tasca propria i dazi imposti. Tuttavia, ciò si inserisce in un disegno più ampio, che ha avuto il suo momento chiave con l’episodio della sala ovale, in cui Zelensky è stato trasformato da vittima a carnefice e che ha rivelato anche ai più scettici la volontà di Trump di costruire un nuovo rapporto «dare-avere» con la Russia, sostituendosi al ruolo, un tempo ricoperto da Angela Merkel, di principale interlocutore occidentale di Putin.
Per anni, infatti, la Germania ha goduto di un’alleanza strategica con la Russia, fondata sulle forniture di gas a basso costo, grazie al Nord Stream 2. Merkel, come ha rivelato nel suo libro, si fidava poco di Putin ma aveva saputo gestirlo, stabilendo uno scambio vantaggioso: merci ai russi in cambio di energia a buon mercato. Un legame che ha alimentato la crescita della Germania, rendendola l’economia trainante del continente. Emblematica la scelta del Time, che nel 2015 la nominò Person of the Year: fu la prima tedesca a ricevere questo riconoscimento dopo la Seconda guerra mondiale.
L’invasione russa dell’Ucraina e le successive sanzioni, però, hanno bloccato sul nascere l’operatività di Nord Stream 2, e le esplosioni del settembre 2022 — che hanno danneggiato sia Nord Stream 1 che 2 — ne hanno simbolicamente sancito la fine. La guerra, a conti fatti, ha congelato la via energetica russo-tedesca e, con essa, l’ipotesi che l’Europa potesse approvvigionarsi a prezzi contenuti. E’ qui che Trump coglie l’occasione per sostituirsi a quella che era la “linea Merkel”, puntando a rinegoziare gli equilibri sia commerciali che energetici. L’obiettivo è semplice: imporre a Putin una modalità di condivisione, più o meno equilibrata, delle forniture d’energia al ricco mercato europeo. Così, l’UE sarà messa di fronte a un bivio: comprare GNL americano (trasportato via mare a costi elevati) oppure acquistare gas russo, ma alle nuove condizioni su cui Trump sta giocando una partita davvero importante. In entrambi i casi, le aziende europee pagheranno un’energia più cara di un tempo, perdendo competitività sui mercati globali. E’ sempre, in ultima analisi, una battaglia commerciale: chi dispone di energia a basso costo ha in mano le carte vincenti della produzione industriale, della politica estera e, quindi, della leadership geopolitica. L’indipendenza energetica è talmente cruciale che, come stiamo vedendo, ha innescato o quantomeno accelerato un conflitto. E la pace, se e quando arriverà, dipenderà probabilmente da un nuovo compromesso che ridisegnerà gli approvvigionamenti di gas nel Vecchio Continente. Senza un’energia più accessibile e politica industriale unitaria, per l’Europa sarà difficile reggere una concorrenza globale che si fa di giorno in giorno più dura.


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