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l'analisi
I mercati non sono preoccupati dall'impegno di aumentare le spese per la Difesa. Per tre ragioni
La spinta a incrementare i fondi per la Difesa solleva preoccupazioni sui bilanci pubblici, ma gli operatori finanziari vedono le potenzialità della crescita economica legata agli investimenti nel settore. La sfida è quella di bilanciare sicurezza e sostenibilità fiscale
L’impegno di aumentare significativamente le spese per la Difesa nei prossimi anni, per far fronte al nuovo scenario geopolitico, ha sollevato molti interrogativi sulla capacità dei paesi europei di finanziare tali spese senza mettere a repentaglio le loro finanze pubbliche. Le principali preoccupazioni, a livello politico, riguardano soprattutto l’impatto potenziale sulle altre spese, in particolare quelle sociali, e sulle eventuali nuove imposte, soprattutto per i paesi ad alto debito.
E’ interessante notare che, almeno per ora, i mercati finanziari non sembrano altrettanto preoccupati. La possibilità che una parte di tali spese venga finanziata attraverso l’emissione di nuovo debito pubblico non sembra inquietarli. Non solo in Germania, ma nemmeno negli altri paesi. In effetti, nonostante l’aumento dei tassi d’interesse a lungo termine, connesso con l’annuncio di una politica di bilancio tedesca più espansiva, gli spread all’interno dell’area dell’euro hanno continuato a ridursi. Anche in presenza di un’ampia volatilità dei mercati, legata all’incertezza del nuovo scenario geopolitico, il differenziale tra i rendimenti dei titoli di stato italiani e tedeschi si è ridotto di oltre venti punti dal novembre dello scorso anno. Gli spread della Francia, della Spagna e della Grecia sono scesi di circa dieci punti. Nel contempo, l’euro si è apprezzato, per effetto di un afflusso di capitali verso l’Europa.
Questa tendenza sembra confermare che i mercati finanziari non sembrano temere un aumento del debito pubblico dei paesi europei mirato a finanziare maggiori spese per la Difesa. Ciò sembra legato ad almeno tre fattori.
Il primo è che l’impegno di aumentare le spese della Difesa rimane comunque inquadrato all’interno di un sistema di regole e di procedure europee che vincolano le finanze pubbliche dei paesi membri. Queste regole sono state riviste di recente e prevedono clausole e procedure specifiche per prendere in considerazione spese come quelle per la difesa, senza rimettere in discussione gli impegni legati alla sostenibilità di medio termine del debito pubblico. Questo rassicura gli investitori internazionali, che mostrano invece una crescente preoccupazione riguardo al forte aumento del debito pubblico americano, in assenza di meccanismi di disciplina e di procedure di conciliazione che consentano di evitare la chiusura (shutdown) degli uffici pubblici. In questo contesto, chiedere una nuova modifica del Patto di stabilità europeo equivale a spararsi una palla sui piedi, soprattutto per i paesi ad alto debito.
Il secondo fattore è connesso alle ricadute delle spese per la Difesa sulla crescita economica, che sono tipicamente superiori a quelle delle spese correnti. Vari studi accademici mostrano come le spese per la Difesa tendono a stimolare l’attività in tutti i settori, in particolare attraverso la ricerca e sviluppo e l’innovazione tecnologica, soprattutto se gli investimenti si concentrano su prodotti europei. Al di là del fatto che gli armamenti e i servizi per la Difesa di origine americana sono soggetti a forti restrizioni contrattuali e richiedono continui aggiornamenti informatici che solo gli Stati Uniti forniscono, lo sviluppo di una industria per la Difesa europea più integrata e più efficiente, capace di sostituire i prodotti importati, può avere un impatto significativo sulla crescita economica e sulla creazione di posti di lavoro in Europa. Soprattutto se le infrastrutture vengono tarate alle specifiche esigenze europee, riguardanti non solo la dimensione militare ma anche la lotta al terrorismo e all’immigrazione clandestina.
Il terzo motivo è che, in prospettiva, un sistema di Difesa europeo efficace richiede investimenti di una tale entità, per quel che riguarda ad esempio la sorveglianza satellitare o il sistema di difesa antimissile, che possono essere realizzati e finanziati solo a livello europeo. Il programma ReArm Europe presuppone una crescente integrazione finanziaria europea, con una forma in parte paragonabile al Next Generation Eu, con emissione di nuovo debito europeo. Questo rafforza la percezione degli investitori di una maggiore solidarietà finanziaria tra i paesi membri dell’Unione, che riduce il rischio del debito pubblico di tutti i paesi. In altre parole, dal punto di vista degli investitori un sistema di Difesa comune europeo riduce i rischi finanziari dei paesi membri.
Queste aspettative vanno ovviamente confermate nel tempo, con decisioni e azioni concrete da parte delle istituzioni europee.


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