(foto LaPresse)

alla ricerca di una photo opportunity

La triste sfida Pd-M5s su Mirafiori

Dario Di Vico

Conte fa visita alla fabbrica-simbolo dell'automotive, i dem si muovono tra Marche, Emilia-Romagna e Liguria. Ma se prima queste iniziative servivano a rinsaldare i rapporti con la propria base, oggi lo si fa più per precostituire un ambiente instagrammabile

Nei prossimi giorni Movimento 5 Stelle e Pd daranno vita a un tour politico ai cancelli delle grandi e piccole fabbriche del Paese. Giuseppe Conte il 21 marzo affronterà addirittura Mirafiori, quella che una volta era la fabbrica-simbolo e presso la quale sono state scritte pagine di storia politica e sindacale. Il Pd visiterà invece siti produttivi delle Marche, Emilia-Romagna e Liguria. Una volta iniziative di questo tipo venivano catalogate sotto la categoria dell’ascolto, un tentativo di rinsaldare i rapporti con la propria base o con particolari constituency e trarne quindi ispirazione per l’azione politica. Dal cancello alla legge. Oggi nell’epoca della comunicazione e dell’identità non si va ai cancelli tanto per ascoltare la voce degli operai quanto per precostituire un ambiente instagrammabile. Le photo opportunity del nostro tempo. E’ singolare infatti che le visite ai cancelli non siano il portato di un’elaborazione sui temi della crisi industriale ma si giovino solo di parole d’ordine variamente anti-governative.

 

Ora è vero che il gabinetto Meloni sta abilmente aggirando le difficoltà politiche e di merito che il calo dell’industria si porta con sé ma non conosciamo una-proposta-una che venga dal Movimento 5 Stelle o dal Pd e che sia stata adeguatamente esposta al grande pubblico. Da una parte, infatti, il gruppo dirigente che fa da contorno a Giuseppe Conte è totalmente inesperto della materia e delle dinamiche sindacali. E non basta voler mettere un tetto alle retribuzioni dei manager per riempire questo vuoto. Dall’altra la segreteria Schlein si è caratterizzata per privilegiare i temi dei diritti civili su quelli sociali e comunque ha finito per confermare nell’opinione pubblica l’idea che il vero nocciolo dell’elettorato progressista sia nel mondo delle professioni, delle Ztl e comunque degli strati sociali ad alto e medio reddito. Con quale credibilità può pensare di riuscire ad intaccare l’ampio consenso elettorale che lega gli operai ai partiti del centro-destra? La verità è una foto e via.

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