
(Ansa)
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Unire l'Europa con l'interconnessione elettrica si può? Esperimento
Il gruppo Terna ha presentato un piano di sviluppo per i prossimi dieci anni che prevede investimenti per 23 miliardi. L'obiettivo è aumentare il numero di interconnessioni dell’Italia con gli altri paesi dell’Unione, vista la necessità di incrementare l'indipendenza energetica con gli eventi geopolitici degli ultimi anni
Il punto è semplice: l’Europa unita passa anche attraverso l’interconnessione elettrica. E’ possibile? Il gruppo Terna ha presentato un piano di sviluppo per i prossimi dieci anni che prevede investimenti per 23 miliardi (più 10 per cento rispetto al precedente piano). Obiettivo: aumentare il numero di interconnessioni dell’Italia con gli altri paesi dell’Unione. Gli eventi geopolitici degli ultimi anni hanno reso evidente quanto sia necessario aumentare l’indipendenza energetica, diversificare le fonti di approvvigionamento garantendo maggiore sicurezza ed efficienza del sistema e riducendo le pressioni sui prezzi. In questo contesto, il ruolo del nostro paese può essere decisivo in chiave europea grazie alla sua posizione geografica strategica che lo candida a essere l’hub energetico del Mediterraneo. Una rete interconnessa, infatti, contribuisce al raggiungimento degli obiettivi della transizione, consentendo una maggiore integrazione di fonti rinnovabili, che nel 2024 hanno registrato, secondo le rilevazioni di Terna, il dato più alto di sempre di copertura della domanda: 41,2 per cento.
E questo grazie soprattutto al contributo fornito dalla produzione idroelettrica e fotovoltaica. Ad oggi, sono trenta i progetti di interconnessione elettrica che la società, guidata da Giuseppina Di Foggia, ha in atto con sette paesi esteri: 9 con la Francia, 12 con la Svizzera, 4 con l’Austria, 2 con la Slovenia, uno con il Montenegro, uno con la Grecia e uno con Malta. Come evidenziato dal Piano nazionale integrato per l’Energia e il Clima, tra il 2021 e il 2023 la capacità di interconnessione dell’Italia ha avuto un incremento di 1,8 GW legato prevalentemente alla frontiera con la Francia e ai poli di reti che qui sono stati realizzati, ma a partire dal 2024 i collegamenti si stanno rafforzando anche con la Grecia mentre la prospettiva che l’Italia diventi un ponte tra Europa, Nord Africa e Medio Oriente è sempre più concreta. Un progetto da seguire che Terna sta realizzando è rappresentato da Elmed, l’elettrodotto sottomarino che collegherà l’Italia e la Tunisia, progetto che fa parte del Piano Mattei per lo sviluppo del continente africano ma importante anche per l’Europa, tant’è che su questa infrastruttura ha deciso di puntare la Commissione europea.
Sarà di fatto il primo collegamento elettrico in corrente continua tra Europa e Africa e contribuirà alla sicurezza dell’approvvigionamento energetico italiano e al raggiungimento dei target di decarbonizzazione fissati a livello nazionale e internazionale. L’idea di coniugare il rafforzamento delle reti di interconnessione nel vecchio continente con un ruolo di ponte con le regioni che affacciano sul Mediterraneo è centrale nel piano di sviluppo 2025 di Terna, che di fatto punta a creare un sistema di mutuo soccorso tra paesi che si attiva quando si dovessero verificare situazioni di tensione a livello internazionale che mettono a rischio le forniture. Più interconnessioni europee vuol dire anche maggiore indipendenza energetica e vuol dire anche costruire una leadership italiana in questo settore. Allo stesso tempo, è importante favorire uno sviluppo efficiente e ordinato delle reti a livello nazionale. Come ha spiegato l’ad, il contesto attuale impone di investire nella pianificazione, nell’ammodernamento e nella digitalizzazione delle reti elettriche per far fronte alla crescente domanda di energia e all’integrazione delle fonti rinnovabili.
Quello che va evitato è la congestione a livello locale delle richieste di connessione da parte degli operatori ed è anche necessario rispondere al maggior dispendio di energia richiesto dai data center, che sono strutture ad elevato assorbimento. Terna sta così cercando di creare un modello che consente una programmazione territoriale distribuita nel tempo con l’obiettivo di evitare la saturazione virtuale della rete e mantenere un livello di efficienza dell’intero sistema rendendolo attrattivo per gli investitori privati. Settantasei microzone sono state individuate per gestire le richieste di connessione: questo consente di evitare accavallamenti e anche di quantificare la capacità rinnovabile addizionale che può essere integrata nella rete. In questo percorso, ha un ruolo fondamentale la realizzazione di alcune infrastrutture elettriche come il Tyrrhenian Link, l’Adriatic Link e il collegamento tra Sardegna, Corsica e Toscana. Tutti interventi che consentiranno a Terna un significativo incremento della capacità di scambio di energia tra zone di mercato entro il 2034, raggiungendo circa 39 GW rispetto ai 16 attuali, con un incremento del 22 per cento rispetto al precedente piano.