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il biscione

Mediaset e le lezioni di anti sovranismo applicate al mondo della tv

Stefano Cingolani

Media For Europe lancia un’offerta pubblica di acquisto per incrementare la propria partecipazione nella tedesca ProsiebenSat. L'obiettivo di Pier Silvio Berlusconi è creare un colosso televisivo europeo

Media For Europe, l’ex Gruppo Mediaset, ha lanciato ieri una offerta pubblica di acquisto sulle azioni di ProsiebenSat, società televisiva tedesca, nella quale era già presente sin dal 2019 arrivando a possedere il 28,87%. L’opa si è resa necessaria per poter superare la soglia del 29,9%. MFE punta a salire al 35% o al massimo al 40% e ha stipulato un accordo con un azionista del quale non rivela il nome. Pier Silvio Berlusconi sottolinea che la scelta si muove controcorrente rispetto alle numerose acquisizioni di società italiane da parte di multinazionali straniere. Il suo obiettivo è creare un colosso televisivo europeo e l’operazione in Germania sarà replicata in Spagna dove è già presente. Sono passati dieci anni da quando Vincent Bolloré tentò la sua scalata a Mediaset con quella che venne interpretata come una coltellata alla schiena di Silvio Berlusconi amico del finanziere francese il quale era entrato in Italia invitato da Vincenzo Maranghi, successore di Enrico Cuccia alla testa della Mediobanca. Bolloré aveva prima sostenuto il suo padrino Antoine Bernheim alla presidenza delle Assicurazioni Generali poi era diventato azionista rilevante della banca d’investimento e aveva cercato di prendere il controllo di Telecom Italia annunciando un grande progetto anch’esso paneuropeo, una fusione tra Vivendi il gruppo francese dei media e telecomunicazioni del quale è l’azionista di controllo, Mediaset e Telecom Italia, come nucleo di un gruppo internazionale che desse vita a una “Netflix europea”. Adesso Vivendi sta uscendo anche da Tim dove dovrebbe essere sostituita da Poste italiane. Ed è Pier Silvio Berlusconi a prendere in mano le redini e rilanciare il piano che definisce “cross-europeo e cross-nazionale”. 

L’Europa e la Germania dove la Unicredit ha lanciato una offerta pubblica di scambio per la Commerzabank, seconda banca dopo Deutsche Bank. L’Europa e la Germania bersaglio degli strali di Matteo Salvini secondo il quale la difesa europea serve solo all’industria tedesca per uscire dai propri guai. L’Europa per la quale ha spezzato  la sua lancia Marina Berlusconi anche dalle colonne del Foglio ricordando tra l’altro, nell’intervista al direttore Claudio Cerasa, il progetto di un network televisivo europeo lanciato da Silvio Berlusconi addirittura trent’anni fa, nel 1985. Il percorso non è affatto facile e sono anni che Mediaset viene tenuta a bagnomaria dagli azionisti tedeschi di ProsiebenSat. Troppe ancora le resistenze nazionali, i pregiudizi, gli interessi in conflitto. Anche in Italia si sente il ron ron di chi dice: ecco l’europeismo dei Berlusconi, serve per coprire i loro interessi. Un tempo il sospetto si nutriva a sinistra, oggi viene anche, forse soprattutto da destra; un populismo trasversale nutra un provincialismo travestito da smanie sovraniste. 

In borsa il titolo tedesco era precipitato di oltre l’11% nella tarda mattinata di ieri, ma non è una bocciatura dell’offerta in sé, quanto delle condizioni proposte. Mediaset pagherà circa 5,70 euro per ciascuna azione, il prezzo minimo imposto per legge, equivalente alla media ponderata delle quotazioni negli ultimi tre mesi. Alla vigilia dell’offerta un’azione quotava 6,60 euro. Il pagamento avverrà per il 78% cash e il restante 22% con l’emissione di nuove azioni. Se tutti gli azionisti aderiranno, l’esborso per Pier Silvio Berlusconi sarebbe di circa 936 milioni di euro e la sua azienda dovrebbe emettere nuove azioni per un controvalore di 206 milioni, pari a circa il 9% del capitale complessivo attuale. L’amministratore delegato ha criticato apertamente la gestione da parte del management attuale. ProsiebenSat ha maturato ricavi per 3,9 miliardi di euro nel 2024, chiudendo con un margine di profitto di appena lo 0,23% e punta a tagliare il debito netto dagli attuali 1,5 miliardi ad almeno 1,2 miliardi tramite le dismissioni di asset non core. Mediaset ha chiuso il 2024 con ricavi consolidati per 2,95 miliardi e un utile netto di 251 milioni, pari a un margine dell’8,5% e il debito è di 692 milioni. Pier Silvio si sente soddisfatto per non aver ceduto alla diffusa convinzione che la televisione sia stata uccisa dai nuovi media: “Abbiamo creato un sistema di comunicazione che va dalla forza della tv alla radio, dal web fino alle affissioni digitali. Un sistema che in Italia supera anche ogni piattaforma globale. Molti operatori invece, convinti del declino della televisione, hanno diversificato investendo in altri business, soprattutto digitali. E oggi sono in difficoltà”.

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