Papa Francesco riceve in udienza nell'Aula Paolo VI le Delegazioni della Confartigianato, Città del Vaticano, 10 febbraio 2024 (Foto ANSA)

L'intervento

Gli artigiani di Papa Francesco per uno sviluppo a misura d'uomo

Marco Granelli

Il Pontefice ha visto nell’artigianato un modello per la realizzazione di un futuro migliore per tutti. Uno straordinario riconoscimento, che impegna il settore alla responsabilità di realizzare uno sviluppo sostenibile e inclusivo. Con l'uomo sempre al centro

“Le macchine replicano, mentre le persone inventano”. Queste parole che Papa Francesco ha rivolto agli artigiani di Confartigianato, durante l’udienza in Vaticano del 10 febbraio 2024, sciolgono la dicotomia, oggi così tanto dibattuta, tra intelligenza umana e intelligenza artificiale, descrivono il rapporto tra uomo e tecnologia. La grande eredità spirituale e morale di Francesco è proprio nella sua capacità di vedere, accogliere, interpretare, in modo semplice ed efficace, le complesse trasformazioni sociali ed economiche del nostro tempo, demolendo stereotipi e luoghi comuni, per estrarre l’essenza dei valori umani. Non è un caso che abbia usato ripetutamente il vocabolo “artigiani”, attribuendogli contemporaneità e capacità di costruire il futuro, proprio per indicare la spinta creativa e la concretezza della buona volontà e come esortazione a realizzare un’evoluzione positiva del mondo.

Papa Francesco ha incoraggiato tutti a diventare “artigiani della pace”, invitando a costruire ponti e a superare le divisioni, proprio come un artigiano crea qualcosa di nuovo e armonioso. Ha indicato la creatività come una caratteristica fondamentale del lavoro artigiano, esortando a trovare soluzioni innovative e a valorizzare le proprie capacità personali. Ha visto nell’artigianato un modello per la realizzazione di un futuro migliore per tutti, sottolineando l’importanza di essere “artigiani” del bene comune

Il Papa ha utilizzato il termine “artigiani” anche per descrivere coloro che si prendono cura degli altri, come medici, infermieri, educatori e volontari, evidenziando la necessità di un approccio personalizzato e attento alle esigenze dei singoli. Gli esempi sono innumerevoli e testimoniano che per Francesco essere “artigiani” si estende a tutte le sfere della vita, è un valore eterno e universale da coltivare, è la capacità di dare vita, innovare, rinnovare, riparare, contribuire a un progresso utile a tutta l’umanità. 

Per noi artigiani, per noi Confartigianato, il messaggio di Francesco rappresenta uno straordinario riconoscimento e, insieme, ci impegna alla responsabilità di concorrere a realizzare, ogni giorno, nelle nostre aziende e nelle nostre comunità, un modello di sviluppo economico sostenibile, inclusivo, che integra le competenze della tradizione con le opportunità dell’innovazione tecnologica. Ma, sempre, con l’uomo al centro. A guidarci sono le parole che il Papa ci ha donato: “Il lavoro manuale rende partecipe l’artigiano dell’opera creatrice di Dio. Fare non equivale a produrre. Mette in gioco la capacità creativa che sa tenere insieme l’abilità delle mani, la passione del cuore e le idee della mente. Le vostre mani sanno realizzare moltissime cose che vi rendono collaboratori di Dio. Il vostro cuore sia sempre appassionato della bellezza. Grazie per il bene che realizzate”.

Marco Granelli, presidente di Confartigianato

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