Il governo polacco ha deciso di non pubblicare sulla Gazzetta Ufficiale il verdetto della sentenza con cui la Corte costituzionale ha reso più restrittiva la legge sull’aborto. Il portavoce dell’esecutivo ha detto che il paese ha bisogno di calma e di “pacifiche discussioni tra esperti”. Il Pis, Diritto e giustizia, ha fatto un passo indietro, la sentenza per il momento non entrerà in vigore, e ha preso questa decisione perché si è reso conto che le manifestazioni che dal 22 ottobre vanno avanti in tutte le città della Polonia sono determinate e ostinate. Hanno richiamato la partecipazione anche delle zone più periferiche che mai avrebbero pensato di protestare contro il PiS di Jaroslaw Kaczynski. I manifestanti e l’opposizione, forte e molto ben organizzata, sono anche riusciti a estendere la protesta e dilatarla, fino a farla diventare un moto compatto di rimostranze contro il governo, i suoi piani illiberali e la mala gestione della crisi sanitaria. I cittadini hanno scioperato a oltranza, in modo pacifico ma determinato, con i cartelli in mano e le mascherine sui volti e dopo l’annuncio della sospensione temporanea del verdetto, hanno promesso che questo non fermerà le proteste, torneranno in piazza ancora e ancora, fino a quando non verrà ritirato del tutto.
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