La Bielorussia da tre mesi continua a chiedere elezioni trasparenti e le dimissioni del dittatore Aljaksandr Lukashenka. Lo fa perché il 9 agosto molti elettori sono andati a votare: il dittatore sostiene di aver ottenuto l’80 per cento dei voti. La pretesa non è confermata dallo spoglio indipendente secondo il quale la vincitrice delle elezioni è Svjatlana Tikhanovskaya, che ha dovuto lasciare la Bielorussia dopo essere stata minacciata: ora si trova a Vilnius con i suoi figli mentre suo marito è in prigione. Le istanze della piazza sono rimaste immutate, immutata è rimasta la convinzione, immutati anche i toni: i cortei sono sempre stati pacifici e continuano a esserlo. Ciò che è cambiato invece è la repressione del regime.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE