L'ipocrisia della Cgil sul green pass
Le parole capziose di Landini e gli scioperi (anche unitari) nelle aziende
Distinguere, tra le sigle sindacali, non è sempre facile, soprattutto nelle battaglie “unitarie” o trasversali. Ad esempio quella contro l’obbligo del green pass nelle mense e nei luoghi di lavoro. Il ritiro della richiesta di esibire il pass in mensa, alla Hanon Systems in provincia di Torino, è stata una “vittoria” unitaria di Fim-Fiom-Uilm. In un’altra azienda del torinese è la Fiom Cgil a chiamare allo sciopero contro la richiesta di presentare il pass all’ingreso in azienda da dopo le ferie. Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, intervenendo ieri su Repubblica sosteneva però, con una buona dose di ambiguità, una verità alternativa: “La Cgil, diversamente da altri, non ha mai posto questioni di principio sullo strumento del green pass”.
Landini scarica invece sul governo la responsabilità: “Diciamo una cosa molto semplice: se il governo ritiene che il vaccino debba essere obbligatorio per tutti, proponga subito una legge al Parlamento. Noi non siamo contrari”. Bene. Ma allora perché ritiene sbagliato l’obbligo del green pass, anzi accusa il governo di agire in modo surrettizio, “ci sarebbe una logica sanzionatoria e punitiva verso il mondo del lavoro”? Se fosse facilmente realizzabile l’obbligo vaccinale, il governo italiano, così come quelli degli altri paesi, lo avrebbe già introdotto. Così non è, ma nessuno può negare, tantomeno il sindacato, che il green pass nei luoghi di lavoro – e nella scuola – non sia una misura discriminatoria verso i lavoratori ma una garanzia per la salute collettiva. Landini invece ne fa una questione capziosa e di lana caprina, e in questa situazione piuttosto odiosa: se la Cgil è davvero favorevole al vaccino, per quale motivo dovrebbe essere contraria a far esibire la relativa certificazione? E perché a livello locale gli aderenti al suo sindacato organizzano scioperi contro? E perché soprattutto il comparto scuola si schiera contro, mettendo a rischio la riapertura? In Puglia il segretario locale della Cgil chiede ai turisti di “rispettare le norme del green pass”, in Piemonte il suo omologo sciopera contro. Un po’ di ipocrisia?