Il palazzo delle Finanze, voluto da Quintino Sella, è la sede del Mef (foto Wikipedia) 

editoriali

Superbonus e peste suina

redazione

Le simili dimissioni del Ragioniere dello stato e del Commissario alla Psa

Negli ultimi due giorni ci sono state due dimissioni, molto diverse per importanza ma molto simili per il metodo che le ha prodotte. Ieri si è dimesso il Ragioniere generale dello Stato, Biagio Mazzotta, corresponsabile del più grave disastro di finanza pubblica della storia del paese, il Superbonus, che insieme agli altri bonus edilizi è costato 150 miliardi di euro in più di quanto aveva stimato e “bollinato” il Ragioniere. Solo nel 2023 l’Istat ha certificato un buco di bilancio di circa 70 miliardi di euro. Le frizioni con il ministro dell’Economia erano troppo forti e così il governo ha incentivato l’uscita di Mazzotta “punendolo” con la presidenza di Fincantieri e uno stipendio quasi triplicato. Ma la cosa paradossale è che se n’è andato tra gli elogi di chi lo voleva via: il Ministro Giancarlo Giorgetti ha commentato le dimissioni di Mazzotta esprimendo “gratitudine e sincero ringraziamento per il lavoro svolto”.

Pochi giorni fa si è dimesso anche Vincenzo Caputo, sconosciuto Commissario straordinario contro la peste suina africana (Psa), una malattia devastante che rischia di travolgere un’intera filiera, dopo che un’ispezione della Commissione europea ha demolito la gestione italiana della Psa, annunciando un avanzamento dell’epidemia che si sta puntualmente verificando. I ministro dell’Agricoltura  e della Salute, Lollobrigida e Schillaci, che avevano nominato Caputo, pur nella consapevolezza che la situazione è molto preoccupante – come denunciano gli operatori di settore e anche i partiti della maggioranza di governo – hanno commentato così le sue dimissioni: “Desideriamo esprimere la nostra gratitudine per il prezioso lavoro svolto nel porre in essere azioni di contrasto al fenomeno della peste suina”. La politica induce alle dimissioni la burocrazia che non ritiene all’altezza elogiandola, invece di rendere conto all’opinione pubblica cosa non ha funzionato e perché. Se in Italia i burocrati sono irresponsabili è soprattutto perché la politica non si assume la responsabilità di averli scelti.