John Kerry in Egitto, al secondo giorno di conferenza sullo sviluppo economico a Sharm el-Sheikh (foto LaPresse)

Kerry apre a un negoziato con il siriano Assad. Ma non voleva cacciarlo?

Paola Peduzzi
Altri tempi, oggi l'unica cosa che conta è un patto con l'Iran. Il segretario di stato americano dice che si dovrà trattare con il rais siriano per mettere fine alla guerra civile e per combattere il terrorismo dello Stato islamico. E' il grande piano degli ayatollah che prende forma.

Alla fine si dovrà negoziare con Bashar el Assad, dice il segretario di stato americano John Kerry, in un’intervista alla Cbs all’inizio di una settimana cruciale per la diplomazia statunitense. Era chiaro già da tempo che sia gli Stati Uniti sia l’Onu avevano da tempo messo da parte la possibilità di togliere Assad dalla guida della Siria, ma questa apertura così esplicita arriva all’inizio di una settimana cruciale per la diplomazia americana: l’obiettivo entro il 24 marzo è un accordo con la Repubblica islamica d’Iran sul programma nucleare.

 

Da anni l’Amministrazione Obama forgia la sua politica estera cauta e attendista sulla base di questa trattativa che ormai a Washington è vista come inevitabile se non necessaria (necessaria in particolare alla legacy obamiana altrimenti piuttosto scarna): l’invito al negoziato ad Assad è soltanto l’ultimo tassello di questa strategia già abbastanza visibile anche nella guerra contro lo Stato islamico in Iraq. Certo è un passo clamoroso (e offensivo per coloro che si aspettavano un intervento anti Assad), se si pensa che meno di due anni fa gli Stati Uniti stavano per bombardare Damasco, dopo che Assad aveva utilizzato armi chimiche contro il suo stesso popolo. Era “un’oscenità morale”, disse Kerry allora, e non pareva immaginabile la beffa di oggi, con Assad perno della lotta al terrorismo, lui che il terrorismo lo ha sempre alimentato.

Di più su questi argomenti:
  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi