Bibi king
Netanyahu è il vincitore "contro tutte le previsioni" delle elezioni israeliane
Netanyahu è il vincitore "contro tutte le previsioni" delle elezioni israeliane. Il suo Likud conquista 30 seggi. La sinistra di Herzog ferma a 24. Ora inizia la partita delle alleanze.
Tel Aviv. Lo chiamano re Bibi, Mister Sicurezza, Bibi e basta, ma in queste ore Benjamin Netanyahu è soltanto il vincitore “contro tutte le previsioni”, come ha detto lui, delle elezioni israeliane. Se con l'arrivo degli exit poll ieri sera – parità a 27 seggi tra il suo Likud e l’Unione sionista del laburista Isaac Herzog – la sua performance elettorale poteva considerarsi già un successo, questa mattina Israele si risveglia con una vittoria certa – “soundly”, dice il New York Times – di un politico abile.
Secondo i siti dei maggiori quotidiani israeliani, con il 99 per cento delle schede scrutinate il Likud di Netanyahu avrebbe raggiunto 30 seggi, l’Unione sionista 24. Herzog negli ultimi sondaggi prima del silenzio imposto alla vigilia del voto aveva un vantaggio di quattro seggi. Se ieri sera sia Bibi che Buji, il nomignolo di Herzog, si attribuivano il successo, questa mattina non è più il tempo di una doppia narrativa di vittoria. Il premier, che ieri dopo la mezzanotte è arrivato al quartier generale elettorale dove da ore si cantava e ballava con le bandiere bianche e blu del Likud dispiegate a uso e consumo delle telecamere dei giornalisti, ha detto che ha già contattato i capi dei principali partiti israeliani e che pensa di poter formare un governo in due o tre settimane.
Per governare in Israele occorre formare equilibri e intese capaci di garantire al futuro primo ministro 61 dei 120 seggi della Knesset, il Parlamento. Il presidente di Israele, Reuven Rivlin, dopo consultazioni con i leader di tutte le fazioni, darà l'incarico al politico con più possibilità di realizzare l'intricato incastro matematico, quasi sicuramente Netanyahu. Il capo di stato, però, ha subito fatto capire ai due principali sfidanti di questo voto all'ultimo seggio di essere favorevole a un governo di unità nazionale, ipotesi che il premier aveva già scartato a priori prima del voto e che adesso, promettendo un esecutivo di destra, mette proprio da parte.
Nelle prossime ore, nei prossimi giorni, la corona di re è nelle mani di un politico diventato in queste elezioni l'ago della bilancia. Moshe Kahlon è un ex ministro delle Telecomunicazioni del Likud, popolare in Israele per una riforma che ha abbassato i prezzi della telefonia mobile. Dopo aver lasciato il partito di Bibi ha fondato Kulanu (Noi Tutti), un partito centrista focalizzato sui temi socio-economici cari alla sinistra. Al mercato delle alleanze e delle fragili intese della politica israeliana, la creazione di un governo e il futuro di premier dipendono da chi saprà assicurarsi i suoi dieci seggi.
[**Video_box_2**]Se l'ipotesi di un governo di unità nazionale pare più lontana, non è detto che Netanyahu non possa invitare proprio il suo rivale Herzog a sedere con lui nel governo, spiega al Foglio Anshel Pfeffer, giornalista di Haaretz. La presenza del laburista in un esecutivo formato da Bibi potrebbe servire a moderare gli spigoli – ci saranno in coalizione partiti religiosi e della destra più radicale – e servire al premier soprattutto nelle aspre relazioni con la comunità internazionale.