Elezioni in Francia : qualcuno vince?

Jean-Pierre Darnis
In una situazione di crisi economica e con un consenso bassissimo per il presidente Hollande e il governo socialista, queste specie di mid-term à la francese portano sempre allo stesso risultato: l’affermazione dell’opposizione.

Le elezioni per i consigli provinciali in Francia offrono un grande esempio dei non detti della politica francese. Il risultato apparente è quello del crollo del Partito socialista e della corrispondente crescita dell’Ump, il partito di destra che ne rappresenta l’alternativa. In una situazione di crisi economica e con un consenso bassissimo per il presidente Hollande e il governo socialista, queste specie di mid-term à la francese portano sempre allo stesso risultato: l’affermazione dell’opposizione. Quindi Nicolas Sarkozy, ex presidente e leader dell’Ump, esce rinforzato da questo passaggio elettorale e può ritrovare una logica di conquista del potere con in mente le presidenziali del 2017.

 

L’alternanza destra-sinistra ha sempre funzionato seguendo questo modello, dal 1981 in poi, quando l’arrivo dei socialisti al potere ha fatto evolvere un sistema politico a lungo cristallizzato su De Gaulle e i suoi discepoli. C’è però un enorme elefante nella stanza, un fattore che rompe ulteriormente questo modello della Quinta repubblica francese post-gollista: il Front National, il partito di Marine Le Pen che ha registrato un ottimo risultato. Al di là dei risultati aggregati a livello nazionale che vedono il partito piazzarsi secondo con circa il 25 per cento dei voti, la discesa in campo su scala locale del Fn è riuscita: in pochi anni è passato da un partito nazionale di protesta a una forza che si sta radicando sul territorio. Alla protesta dall’alto contro destra e sinistra di governo accusate di collusioni e di immobilismo, viene ormai associata la rivendicazione del buon governo delle poche realtà locali amministrate dal Fn.

 

Si fanno paragoni con la Lega o il M5S, ma esiste un’enorme differenza con il modello italiano. Nel sistema italiano, questi partiti entrano in Parlamento e sono anche chiamati a partecipare a meccanismi legislativi. Nel sistema francese invece vengono tenuti fuori dal sistema maggioritario a doppio turno che perfeziona un sistema di "bloc républicain", ovvero di convention ad excludendum verso il FN, con l’idea di fare anche votare l’opposizione di destra o sinistra pur di non votare un candidato frontista. All’interno di questa visione, il Front National non fa parte dei "partiti repubblicani". Questo crea ovviamente un problema politico in quanto il Front è un partito che rispetta le leggi francesi, il che non lo colloca fuori la realtà repubblicana. La conventio ad excludendum lascia il Front National come unica forza di protesta a livello nazionale, il che lo rinforza nell’attrarre tutte le delusioni del sistema. A un certo punto il “tetto di vetro” potrebbe implodere di fronte per esempio a una Marine Le Pen che accede al secondo turno delle elezioni per la presidenza francese e che trascina il suo partito verso una vittoria all’Assemblea. Esiste quindi un gioco di lascia o raddoppia nel sistema elettorale francese. Sarkozy e Hollande l’hanno capito benissimo e vorranno giocare a “chi lascia per ultimo” nelle prossime presidenziali. Più seriamente però le istanze portate avanti dal Fn andrebbero esaminate con cura, anche per poter fornire risposte politiche. E si potrebbe anche pensare che il presidenzialismo alla francese rappresenta un problema politico per la Francia piuttosto che una soluzione.