Sanaa, le macerie delle case distrutte da un attacco aereo vicino all'aeroporto (foto LaPresse)

La guerra dei paesi arabi in Yemen

Luca Gambardella
Una coalizione sunnita guidata dall'Arabia Saudita attacca la setta sciita degli Houthi nel paese e apre un confronto settario da cui gli unici a trarre vantaggio sono gli estremisti islamici.

In Yemen una coalizione di paesi arabi guidata dall'Arabia Saudita ha iniziato stamattina a bombardare la minoranza sciita degli Houthi, sostenuta dall'Iran. Oltre ai raid condotti da un centinaio di aerei militari, l'Arabia Saudita ha anche schierato 150 mila uomini al confine con lo Yemen, lasciando aperta l'ipotesi di un successivo intervento di terra. L'Iran ha smentito l'ipotesi di un intervento diretto contro la coalizione sunnita e il ministero degli Esteri iraniano oggi ha condannato l'attacco saudita chiedendo la "fine immediata dell'aggressione" militare. L'avanzata degli Houthi in Yemen è considerata a Riad un'operazione gestita e sostenuta proprio da Teheran.


Fonte: Al Arabyia


L'obiettivo dei bombardamenti sauditi è colpire gli Houti, una setta sciita che dall'estate del 2014 si è ribellata al governo guidato dal sunnita Abdu Rabu Mansour Hadi. All'inizio di quest'anno, dopo aver conquistato buona parte del nord del paese, gli Houthi sono arrivati a Sanaa e hanno occupato il palazzo presidenziale. A febbraio, Hadi è stato costretto a fuggire a sud, nella città di Aden ma continua a proclamarsi unico presidente legittimo.

 

I bombardamenti della coalizione araba, che include Marocco, Egitto, Giordania, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Sudan e Pakistan, hanno colpito l'aeroporto cittadino e la base militare di Dulaimi, ma hanno anche distrutto diverse abitazioni civili. Il cuore dei combattimenti resta però Aden, affacciata sul Golfo persico, e dove gli Houthi erano arrivati a occupare parti della città e una base militare. Scontri a fuoco tra i miliziani sciiti e le forze fedeli al presidente Hadi hanno causato la morte di cinque combattenti Houthi e di altri cinque militari dell'esercito. Ieri, subito dopo lo schieramento delle truppe saudite al confine con lo Yemen, si era diffusa la notizia, rilanciata dai canali vicini ai ribelli, che Hadi avesse abbandonato Aden a bordo di una nave diretta in Oman. Un fatto smentito immediatamente dal gabinetto presidenziale, secondo cui "Hadi è ad Aden con il morale alto".


Fonte: Middle East Eye


[**Video_box_2**]L'intervento militare dell'Arabia Saudita in Yemen segna l'inizio di una guerra civile tra i sunniti, sostenuti da Riad e dagli altri paesi del Golfo, e gli sciiti Houthi, considerati dall'Arabia Saudita "pupazzi" nelle mani dell'Iran. Mentre si avvicina un accordo tra l'Iran e l'occidente sulla questione nucleare, Riad teme ora un'espansione iraniana in un paese confinante, da sempre sostenuto dagli Stati Uniti nella lotta al terrorismo islamico. Gli unici a trarre vantaggio dal confronto settario in Yemen sono proprio al Qaida nella penisola araba, rivale degli Houthi, e lo Stato islamico, che per la prima volta si è manifestato nel paese con il doppio attentato suicida di lunedì scorso in due moschee di Sanaa. Ora gli estremisti sunniti fanno proseliti tra la gente, motivandola ad unirsi alla guerra contro l'invasione degli sciiti Houthi.

  • Luca Gambardella
  • Sono nato a Latina nel 1985. Sangue siciliano. Per dimenticare Littoria sono fuggito a Venezia per giocare a fare il marinaio alla scuola militare "Morosini". Laurea in Scienze internazionali e diplomatiche a Gorizia. Ho vissuto a Damasco per studiare arabo. Nel 2012 sono andato in Egitto e ho iniziato a scrivere di Medio Oriente e immigrazione come freelance. Dal 2014 lavoro al Foglio.