Il premier israeliano Benjamin Netanyahu (foto LaPresse)

Bibi ha pronta la controffensiva sul deal atomico

Rolla Scolari
E’ già iniziata la controffensiva di Benjamin Netanyahu. Il premier israeliano aveva criticato l’intesa sul nucleare raggiunta dall’Iran e dagli Stati Uniti assieme ad altre cinque potenze internazionali ben prima che fosse annunciata in via provvisoria la settimana scorsa.

Milano. E’ già iniziata la controffensiva di Benjamin Netanyahu. Il premier israeliano aveva criticato l’intesa sul nucleare raggiunta dall’Iran e dagli Stati Uniti assieme ad altre cinque potenze internazionali ben prima che fosse annunciata in via provvisoria la settimana scorsa. E la sua comparsa questa settimana sui principali programmi della domenica mattina sulle tv americane è la prima parte di un piano per opporsi al nuovo patto con l’Iran degli ayatollah facendo lobby contro quello che da mesi “King Bibi” definisce un “cattivo accordo”: “Non voglio uccidere l’intesa, provo a uccidere una cattiva intesa”, ha detto alla trasmissione “Meet the Press”, su Nbc.

 

Per il premier israeliano, che sull’opposizione al programma nucleare iraniano ha basato la sua carriera ed eredità politica, c’è ancora tempo, da qui alla fine di giugno – quando sarà ratificato un documento ancora generico – per dare una forma diversa al compromesso negoziato a Losanna. Secondo Ephraim Asculai, che ha lavorato alla commissione per l’Energia atomica israeliana e all’Aiea, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica che oggi supervisiona l’accordo con l’Iran, il primo ministro Netanyahu nei prossimi mesi si presenterà come il mastino intento a mettere in guardia la comunità internazionale da possibili errori: “Dovrebbe focalizzarsi sui dettagli tecnici dell’accordo – per ora ci sono soltanto parametri generali – e convincere le parti del negoziato che questi sono molto importanti”, spiega al Foglio. E l’ufficio del premier ha già pronto un documento che parla proprio di dettagli e suggerisce la strada che il governo Netanyahu intraprenderà in questi mesi e le argomentazioni che userà con le cancellerie occidentali. Secondo l’Ap, che ha visionato questo documento, l’entourage del premier individua dieci punti che ritiene deboli nell’intesa di Losanna. Per la squadra di Netanyahu l’accordo è troppo vago e proprio ieri il ministro per l’Intelligence e gli Affari strategici Yuval Steinitz ha presentato ai giornalisti una lista di richieste che renderebbe più digeribile per Israele l’accordo e che dà un’idea di che forma avrà la battaglia diplomatica israeliana dei prossimi mesi: l’arresto di tutte le attività di ricerca, la significativa riduzione di centrifughe avanzate, la chiusura dell’installazione sotterranea di Fordo, trasparenza sulle attività nucleari passate legate al militare, il trasporto della scorta di uranio già arricchito fuori dall’Iran, la possibilità di ispezioni “ovunque e in qualsiasi momento”.

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