Una radio afghana per cuori spezzati spiega perché far cadere i regimi fa bene all'amore
State ascoltando 98,1 Arman Fm, la Radio dei cuori. Questa è la Notte degli Innamorati”. Una volta a settimana, al mercoledì sera, per tre ore la stazione radiofonica più popolare dell’Afghanistan, Arman Fm (arman vuol dire “speranza”), accoglie i racconti dei ragazzi e delle ragazze dai cuori spezzati. Il conduttore Ajmal Noorzai non dà consigli, non dà giudizi, fa domande soltanto per dare completezza alle storie, a volte chiede dettagli intimi, raramente li ottiene, anche perché il Consiglio nazionale dei religiosi afghani e l’ufficio del procuratore generale si sono già scagliati contro i programmi televisivi turchi e indiani che promuovono l’amore romantico, considerato “immorale”, è meglio non rischiare. Ajmal per lo più ascolta i racconti di una nuova generazione di afghani che, con il crollo della dittatura talebana e l’arrivo degli investimenti stranieri soprattutto nelle telecomunicazioni, s’è trovata a scoprire l’amore, l’amore moderno, quello dei messaggi, dei social, della truffa travestita da emoticon sdolcinate o da foto finte, e ha iniziato a soffrire. Non che prima l’amore in Afghanistan fosse un affare indolore, ma ora c’è anche la confusione generata dal miscuglio della sfrontatezza dei metodi di corteggiamento di oggi con una società che resta tradizionale e superconservatrice. Ajmal Noorzai scandisce le parole con la musica – spesso è musica di Bollywood, in Afghanistan vanno tutti pazzi per i kolossal indiani, a volte anche chi chiama per sfogarsi, tra un singhiozzo e l’altro, si sforza di usare un tono da film, e il conduttore ripete sempre, nelle pause tra un intervento e l’altro: parlate come vi viene, non è una soap opera questa, è il rifugio dei cuori spezzati, usatelo bene – e se la storia è sulle malefatte di un bastardo, la canzone che accompagna la storia ripete: “Infedele”.
Mujib Mashal ha raccontato sul giornale online Matter che cosa ha visto nel piccolo studio con la luce al neon che trasmette la “Notte degli innamorati”, che è nata da un’idea del capo di Ajmal, Sameem Sadat: un giorno era in auto nel traffico – a Kabul si è sempre fermi nel traffico, la città fatta per ospitare due milioni di persone ora ha “quattro milioni di abitanti e oltre 650 mila automobili che percorrono stradine destinate ad accoglierne 30 mila” – e un ragazzo nell’auto di fianco continuava a mandare messaggi, e aspettava le risposte con ansia: qui sono tutti innamorati, ha pensato Sameem, dobbiamo fare qualcosa. Poi Ajmal ci ha messo del suo perché anche lui ha il cuore spezzato, la ragazza di cui era innamorato è stata data in sposa a un altro, ci ha messo anni a riprendersi. Per questo a volte piange mentre è in trasmissione, anche se gli interventi sono registrati e lui li conosce, anche se molti testi arrivano tramite Facebook e poi vengono “recitati” in radio.
Su Facebook si è creata una rete di solidarietà amorosa, soprattutto tra donne, non piangere sorella, vedrai che l’amore tornerà e sarà più bello di quello che hai avuto (gli uomini più spesso dicono cretinate, devono averle sentite nelle telenovele, “voglio essere una melagrana, così quando mi cammini intorno come un coltello ti sacrificherò ogni goccia del mio sangue, e ogni goccia griderà ‘ti amo’”), ma c’è anche chi ha detto che questa trasmissione è robaccia, “Radio Arman è la radio dei papponi e delle sgualdrine”, ha scritto un afghano dall’Australia. Ma i cuori spezzati se ne fregano di quel che dicono gli altri, la “Notte degli Innamorati” è quel che tutti, anche senza essere afghani, sognano, un amico che non dà giudizi, non si addormenta mentre gli parli, anzi ti mette una canzonetta per ritmare il tuo struggimento. Nell’Afghanistan dei tormenti strategici, del ritiro annunciato e poi posticipato – perché la guerra c’è eccome, anche se nessuno se ne occupa più e i governi sperano solo di poter togliere dai loro bilanci quella voce di spesa esorbitante – l’amore via sms, per quanto sofferente, è già un gran successo, uno di quegli effetti dell’invasione americana che si tendono a tacere, perché deve risplendere l’errore ideologico, non certo il risveglio di un paese.
Arman Fm è una radio privata che ha spezzato il monopolio della Voce della sharia (per un colpo di scena “tragicamente afghano”, nota Mujib Mashal, l’uomo che prestava la sua voce ai proclami del mullah Omar ora, durante la “Notte degli Innamorati”, registra gli appelli ai talebani a deporre le armi) e nella sua trasmissione per i cuori spezzati testimonia il grande boom delle telecomunicazioni: il 70 per cento del paese ha una copertura telefonica, ci sono più di due milioni di nuovi utenti di internet, un milione di persone con telefoni 3G, 89 canali televisivi e 232 stazioni radio. L’arrivo della libertà occidentale fa sì piangere gli innamorati – la democrazia non garantisce anche il principe azzurro, purtroppo – ma ora i ragazzi si possono conoscere da soli, passano le ore al telefono (le tariffe sono diminuite, e al venerdì telefonare costa pochissimo), non devono aspettare che la cugina mai vista che vive sulle montagne arrivi in città per sposarsi con il prescelto del padre. Il poeta Qahar Asi diceva che il dolore è solitudine, “va condiviso solo con gli specchi”. Ma erano gli anni Ottanta, e lui aveva il cuore spezzato dal regime, ora in Afghanistan si può piangere per amore, alla radio.
Cose dai nostri schermi