Ora Hamas se la deve vedere con lo Stato islamico a Gaza
Roma. Oggi scade un ultimatum di tre giorni contro Hamas annunciato da un gruppo palestinese che si fa chiamare “I sostenitori dello Stato islamico a Gerusalemme” e fa riferimento esplicito allo Stato islamico, il gruppo comandato da Abu Bakr al Baghdadi che ha già fazioni satellite in Nigeria, Egitto, Libia e Yemen. L’ultimatum chiede la liberazione di alcuni palestinesi salafiti – appartenenti quindi a un frangia particolarmente rigida dell’islam – arrestati nei giorni scorsi da Hamas dentro la Striscia (non che Hamas non sia rigida; ma in tutto questa durezza ci sono differenze, se non altro di tattica e visione militare). L’ultimatum dello Stato islamico è stato annunciato poche ore dopo una esplosione contro un comando della polizia di Hamas. Un account su Twitter legato al gruppo dice che i palestinesi di Gaza devono sopportare “arresti, torture e fughe dalle loro case” per colpa di Hamas. Un video dello stato islamico messo lunedì su internet mostra un combattente a Yarmouk, il quartiere palestinese di Damasco, in Siria, mentre dice: “Hamas sostiene di proteggere quella gente, ma in nome di Dio, non hanno nulla a che vedere con i nostri musulmani in Palestina”.
L’organizzazione che dal 2007 governa la Striscia di Gaza arresta salafiti a intervalli regolari per evitare di essere contestata da gruppi islamisti che si pongono fuori dalla sua autorità. E’ successo anche negli anni passati ed è una conseguenza (anche) della tensione tra al Qaeda – che ispira i gruppuscoli salafiti – e Hamas, che invece ha per modello la Fratellanza musulmana. Il capo di al Qaida, l’egiziano Ayman al Zawahiri, in passato ha accusato la Fratellanza e Hamas di accettare lo strumento democratico del voto e quindi di tradire i princìpi del vero islam, che non tollera poteri superiori sull’uomo che non siano quelli di Dio. Inoltre, per uno di quegli intrecci mediorientali che ingarbugliano l’intera situazione, Hamas riceve finanziamenti dall’Iran, quindi dal potere sciita, e per questo risulta ancora più odiosa agli occhi dei jihadisti sunniti Quest’anno però, a differenza che in passato, il fermento salafita sta prendendo un colore diverso e potenzialmente anche più pericoloso, con la conversione al Califfato di alcune cellule nella Striscia, che ora espongono la bandiera di Baghdadi, pubblicizzano i contatti che hanno con alcuni combattenti in Siria e Iraq e organizzano raccolte fondi per espandersi dentro alla Striscia. Secondo un sondaggio di marzo del Palestinian Center for Policy and Survey Research, l’86 per cento degli abitanti di Gaza pensa che “lo Stato islamico non rappresenta il vero islam”. E’ ancora molto prematuro parlare di “competizione” fra i due gruppi come fa Foreign Policy, ma in passato sottovalutare la capacità di penetrazione e persuasione dello Stato islamico s’è dimostrato un errore.