Nello scandalo dell'intelligence di Berlino c'è un ministro schivo e combattivo
Milano. Mercoledì gli occhi di tutti i tedeschi erano puntati sul ministro dell’Interno, il crisitanodemocratico Thomas de Maizière, chiamato davanti alla commissione parlamentare di Sorveglianza a riferire sulle relazioni sempre più dubbie tra i servizi segreti tedeschi, il Bnd, e i colleghi americani dell’Nsa, venute alla luce recentemente. De Maizière era ministro della Cancelleria, deputato a sorvegliare l’intelligence, nel 2008, quando secondo un’inchiesta recente della Bild, i servizi tedeschi inviarono al governo dei report che mostravano la collaborazione tra Nsa e Bnd in attività di spionaggio illecite su compagnie, cittadini e istituzioni europee. Anche l’attuale ministro della Cancelleria Peter Altmaier è stato convocato dalla commissione parlamentare, ma è su de Maizière che si è concentrata l’attenzione.
Le due domande cruciali alle quali si attendeva una risposta erano: de Maizière ha mentito affermando che durante il suo mandato non erano stati rilevati fatti di spionaggio industriale anche ai danni di aziende europee? E ancora, il ministro ha mai avuto sentore di attività illecite da parte degli 007 americani? Da quando? Negli scorsi giorni la polemica è stata così violenta, con l’opposizione che accusava Merkel e il suo ministro di aver mentito al Parlamento, che lo stesso de Maizière è stato a rischio. Ma l’attesa quasi spasmodica di vedere detronizzato il ministro si è sgonfiata quando de Maizière stesso, uscendo dall’audizione a porte chiuse, ha comunicato che sì, nel 2008 gli americani avevano fatto richiesta al Bnd di poter allargare il campo delle loro operazioni, ma la risposta fu “no”. Punto, tutto qui. Lui stesso non aveva mai avuto informazioni e nemmeno soffiate circa attività di spionaggio da parte dell’Nsa ai danni di imprese europee. In particolare francesi e, come si è appreso in questi giorni, anche austriache.
Ma anche se mercoledì de Maizière si è mostrato combattivo e dopo l’audizione ha comunicato che era stato chiuso un fascicolo su di lui, una certa tensione rimane percepibile. Sono tempi difficili quelli che sta attraversando de Maizière. Il ministro appartiene a quella schiatta di politici che rifuggono i riflettori e preferiscono agire e coltivare le proprie ambizioni nell’ombra. Una di queste parrebbe quella di poter un giorno succedere alla Kanzlerin Merkel. Almeno questo è quello che si sente sussurrare nei palazzi del potere di Berlino.
[**Video_box_2**]De Maizière, oggi 61enne, ha costruito meticolosamente la propria carriera. Nato nel 1954 a Bonn, appartiene al ramo di una delle famiglie ugonotte un tempo più potenti del paese. Prima di arrivare nel 2005 al governo, Thomas de Maizière ha ricoperto, dal 1990 al 2005, vari dicasteri regionali nel Mecklenburg Vorpommern e in Sassonia, entrambi Länder dell’est. Durante il suo primo mandato al governo come ministro della Cancelleria, non è mai finito sotto al riflettore. E’ durante il secondo incarico, nel ruolo di ministro della Difesa, che sono iniziati i problemi. E’ stato accusato di aver stralciato troppo tardi la commessa di droni americani Euro Hawks (fatta dal governo socialdemocratico di Schröder), che non avevano il permesso di sorvolare lo spazio aereo tedesco. Poco prima dell’affaire Nsa-Bnd è stato invece investito dallo scandalo dei fucili d’assalto G-36 in dotazione all’esercito, che tendono a surriscaldarsi e diventare imprecisi. Secondo le accuse il ministero della Difesa era a conoscenza del difetto già ai tempi di de Maizière, ma non è mai intervenuto e ha messo così a rischio la vita dei soldati tedeschi in Afghanistan.
Lo scandalo dell’intelligence scoppiato in queste settimane però è stato il primo a mettere davvero in pericolo la carriera di de Maizière. Ma se la tempesta sembra passata, merito è anche della fiducia della cancelliera Merkel – che non ha difeso il suo ministro esplicitamente, fino a oggi tutti i ministri da lei difesi hanno finito per dover dare le dimissioni, tant’è che i media parlano del “bacio della morte”, ma lo ha sostenuto dalle retrovie. La cancelliera deve molto a Thomas de Maizière. Fu infatti lui a suggerire ai tempi a suo cugino Lothar, per pochi mesi nel 1990 capo dell’unico governo della Ddr eletto democraticamente prima dell’unificazione, di prendere l’allora giovane Angela come portavoce di governo. E fu grazie a quell’incarico che l’allora cancelliere delle Repubblica Federale Helmut Kohl scoprì Merkel. Difficile dire se i tempi duri per de Maizière sono finiti, intanto però ha avuto un importante prova: e cioè che la Kanzlerin è dotata di buona memoria e di senso di lealtà.
L'editoriale dell'elefantino