Dopo l'Echos, il Parisien. In Francia è il lusso a rilanciare la stampa
Parigi. Ma cosa gli è saltato in mente a Bernard Arnault, proprietario del gruppo del lusso Lvmh? È la domanda che si sono posti molti analisti finanziari a Parigi, dopo l’annuncio del matrimonio imminente tra Echos, il principale giornale economico francese, detenuto da Lvmh, e il quotidiano Parisien, di proprietà del grande gruppo editoriale Amaury. A differenza delle recenti fusioni Monde/Obs e Libération/Express, sinergie editoriali, a prima vista, non ce ne sono: Echos, è il quotidiano delle élite finanziarie, del Cac 40, del Medef (la confindustria francese) e del patronato, il Parisien (e la sua declinazione nazionale, Aujourd’hui en France) è il quotidiano popolare per eccellenza, sensazionalista, di facile lettura, acquistato da chi è per lo più interessato ai faits divers e alle narrazioni enfatiche degli exploit sportivi dei propri connazionali. E allora, perché far convolare a nozze queste due realtà così distanti tra di loro?
“Per Echos è tempo di accelerare”, ha detto al Figaro Françis Morel, pdg del gruppo Lvmh. I conti sono tornati a essere in ordine lo scorso anno, grazie a una virata verso il digitale riuscita (20 per cento degli introiti proviene dalla versione per tablet e smartphone di Echos), ma per assicurare un bilancio in attivo nel 2016 c’è bisogno di una marcia in più. Il successo ottenuto da Echos negli ultimi anni “riposa su un equilibrio fragile”, ha spiegato Morel. “Oggi, gli attori di taglia media, come noi, hanno difficoltà a svilupparsi. È l’ora della concentrazione, come dimostrano l’avvicinamento del Monde e dell’Obs e quello tra Libération e l’Express. Da due anni a questa parte, sono convinto che restare isolati non sia più un’opzione. Se vogliamo continuare sulla buona strada, non possiamo restare soli”. Se il matrimonio aristo-pop tra Echos e Parisien non incontrerà ostacoli – attualmente Lvmh è in negoziazione esclusiva con la famiglia Amaury, anche editrice dell’Equipe, ma l’ufficialità dell’operazione potrebbe arrivare soltanto a ottobre – il colosso francese del lusso diventerebbe anche il solo gruppo a possedere due quotidiani nazionali, per un fatturato pari a 335 milioni di euro, come il gruppo Le Monde, detenuto dal trio Bnp (Bergé-Niel-Pigasse). Grandi manovre, insomma, per un “mariage”, come scrive oggi l’Opinion, che è soprattutto “publicitaire”. Il Parisien/Aujourd’hui en France, le cui vendite toccano le 378.000 copie quotidiane (cifre che lo piazzano al secondo posto in Francia dietro Ouest France), “continuerà a svilupparsi appoggiandosi sulla potenza del polo editoriale del gruppo Lvmh”, ha commentato Philippe Carli, dg del gruppo Amaury.
[**Video_box_2**]Echos, e quindi Lvmh, spera di trarre giovamento a livello pubblicitario, approfittando della rete di trasporto del Parisien e della capillarità di Aujourd’hui en France in provincia, per garantire un’ulteriore vetrina alle sue sessanta marche di lusso. Il Parisien, a sua volta, conta di avvalersi del talento di Echos in materia di abbonamenti e di sviluppo del supporto digitale. Secondo il pdg di Lvmh Morel, i due titoli “sono complementari” anche per quanto riguarda i lettori. Non tanto il Parisien, quanto la sua versione nazionale, Aujourd’hui en France, vanta una gamma di lettori “molto ampia che tocca i dirigenti e gli imprenditori di provincia che leggono anche Echos”. A differenza del gruppo Le Monde, che in prospettiva 2017 è pronto a riunire tutte le redazioni dei titoli che possiede in unico grande edificio, non c’è la minima intenzione, attualmente, di affiancare i giornalisti di Echos e quelli del Parisien.
C’è invece la ferma volontà di sfruttare al massimo la regia pubblicitaria, dato che continuerà a commercializzare anche L’Equipe – che resterà comunque nelle mani della famiglia Amaury. Come fa notare il Monde, la regia comune avrà una “force de frappe importante, con più 700.000 copie quotidiane, 15 milioni di visitatori unici sui siti, due magazine nel fine settimana e una rete televisiva, l’Equipe 21”. Un palcoscenico succulento per Bernard Arnault e i suoi affiliati.