In Francia è già caccia agli autisti di UberPop
I detrattori li chiamano “voyous”, criminali. Eppure, sono spesso dei giovani che cercano di arrotondare le loro entrate per trascorrere un fine settimana più allegro, dei padri di famiglia che hanno dei figli da mantenere e ai quali lo stato non riesce più a garantire il sussidio, o dei pensionati che desiderano arrivare a fine mese senza l’acqua alla gola. Sono gli autisti di UberPop, il servizio di Uber che permette a chiunque, rispettando alcuni requisiti (fedina penale pulita, patente di guida da almeno tre anni, nessuna sospensione della patente in passato e vettura che non sia stata immatricolata più di otto anni fa), di fornire un servizio di autotrasporto con conducente. Ma sono anche coloro che in questi giorni stanno ricevendo il più alto numero di minacce e intimidazioni rispetto a ogni altra categoria lavorativa in Francia, in ragione del servizio che forniscono, e che stanno subendo una campagna di odio debordante di ideologia da parte dell’esecutivo socialista.
Lunedì, a Marsiglia, dove Uber ha lanciato il suo servizio UberPop (lo stesso giorno è stato ufficializzato il suo avvio anche a Nantes e a Strasburgo), è stata organizzata al prestigioso hotel Mama Shelter una giornata di reclutamento per gli aspiranti autisti. Momenti di tensione erano stati preannunciati dai giornali locali, moti di protesta da parte dei tassisti erano dati per scontati, ma non nelle dimensioni che i reclutatori e i candidati a UberPop si erano immaginati. Un gruppo di tassisti della città focea ha atteso gli “infami che ci rubano il lavoro”, parole testuali di uno di loro, dalle nove e trenta del mattino, ora dell’appuntamento per l’inizio della giornata di reclutamento, come la racaille che aspetta al varco i membri della gang nemica per fargliela pagare. Hanno bloccato la strada, hanno preso l’altoparlante per gridare la loro rabbia nei confronti di UberPop e della sua “concorrenza sleale”, e con l’arrivo dei primi aspiranti driver, sono partiti gli insulti e le minacce, corredati da sputacchi e lanci di uova, tanto per far capire chi comanda a Marsiglia. Libération ha raccontato persino che una donna, giunta davanti all’hotel semplicemente per “informarsi”, è stata presa da alcuni tassisti e messa in un angolo come la peggiore delle criminali. Altri, vedendo la scena si sono dileguati.
[**Video_box_2**]“Uber aveva annunciato una sessantina di persone alla giornata di reclutamento di oggi”, dice a Libé Lachraf Timezonikht, tassista marsigliese di lunga data, “ma a quanto pare questi aspiranti autisti si sono detti che era una scelta suicida venire a postulare la propria candidatura davanti ai professionisti”. Sul web girano video a incredibili sul trattamento ricevuto dai candidati di UberPop, sull’aggressività con la quale i “chauffeur-tradis” hanno accolto i “nuovi”. La Cgt Taxi della regione del Rodano ha pubblicato sulla sua pagina Facebook questo video, nel quale alcuni tassisti tradizionali fermano un conduttore di UberPop, lo obbligano a scendere, gli sgonfiano le ruote, e per finire gli rompono un uovo sulla testa. Alain Griset, presidente de l’Union nationale des taxis (Unt), ha detto al settimanale Inrocks che quella di Uber a Marsiglia, Nantes e a Strasburgo è “una provocazione in più da parte dei criminali”. Alexandre Molla, direttore generale di Uber France con delega all’espansione, rilancia: “La nostra ambizione è di sbarcare in sessanta città francesi”.