Il Fmi lascia Bruxelles. L'ultima offerta a Tsipras
Bruxelles. Prendere o lasciare: è questo il messaggio che ha inviato il Fondo Monetario Internazionale, annunciando l'abbandono del tavolo delle trattative tecniche tra i creditori e il governo di Alexis Tsipras. “Ci sono differenze maggiori in gran parte dei settori chiave”, ha spiegato da Washington il portavoce del Fmi, Gerry Rice. “Non ci sono stati progressi” e “quindi siamo ben lontani da un accordo”. Il direttore Christine Lagarde sarà all'Eurogruppo del 18 giugno in Lussemburgo perché il “Fmi non abbandona mai il tavolo”. Ma “la palla è definitivamente nel campo greco”, ha avvertito Rice. Del resto, anche gli europei hanno inviato il loro ultimatum. “Ora abbiamo bisogno di decisioni, non di negoziati”, ha detto il presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk. “Il governo greco deve essere un po' più realista. Non c'è più spazio per i giochi d'azzardo. Sta arrivando il giorno in cui qualcuno dirà il gioco è finito”. Secondo Tusk, “la prossima riunione dell'Eurogruppo deve essere decisiva” perché “non abbiamo più tempo”. In altre parole, l'ultimatum scade il 18 giugno.
Dopo un incontro con il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, Tsipras ha promesso di intensificare i negoziati su obiettivi di bilancio e sostenibilità del debito. “Il presidente Juncker ha fatto un ultimo tentativo di rendere l'accordo possibile”, ha spiegato una fonte comunitaria. I creditori sono pronti a concessioni significative: l'1% di avanzo primario contro il 3,5% previsto dal programma di assistenza finanziaria; rinuncia ai tagli ai sussidi per le pensioni minime; stop a un'ulteriore liberalizzazione del mercato del lavoro. La Germania ha pronto un piano per superare l'emergenza dell'estate e uscire dall'impasse, consentendo a Atene di rimborsare i debiti in scadenza al Fondo Monetario Internazionale e alla Banca Centrale Europea. Ma dal marzo 2016 Atene non potrà più aspettarsi nuovi aiuti europei. Berlino ha preso Tsipras e il suo governo sul serio: non ci sarà un terzo programma di salvataggio. Ma non dovrebbe nemmeno esserci una ristrutturazione del valore reale del debito.
Le grandi linee del piano tedesco per salvare Tsipras dal default immediato si articolano in tre punti. Primo, l'attuale programma di assistenza finanziaria, che arriva a espirazione il 30 giugno, verrebbe prolungato per altri nove mesi, allineando così il calendario dei prestiti europei a quelli del Fmi. Secondo, con quasi 7 miliardi di euro che la Grecia deve rimborsare alla Bce in luglio e agosto, Berlino è pronta a direttore 10,9 miliardi di euro, che erano stati destinati alla ricapitalizzazione delle banche greche e che attualmente bloccati in un conto del fondo salva-Stati Esm in Lussemburgo, per coprire le necessità finanziarie greche verso i creditori istituzionali. Terzo, i 7,2 miliardi di euro che restano nel programma di salvataggio saranno sbloccati a rate, man mano che il governo Tsipras adotterà le riforme e le misure di bilancio, che saranno eventualmente concordate con i creditori internazionali nella riunione dell'Eurogruppo del 18 giugno.
In questo scenario ottimista, anche il primo ministro greco è chiamato a fare la sua parte, incluso il difficile compito di convincere la sinistra di Syriza a acconsentire a una soluzione pragmatica, che implicherà il tradimento di diverse promesse elettorali. Innanzitutto, Tispras deve accettare l'obiettivo di avanzo primario del 1% chiesto dai creditori internazionali e ridurre drasticamente i prepensionamenti. “Non è possibile per la Grecia realizzare i suoi obiettivi di bilancio di medio termine senza riforme, in particolare nelle pensioni”, ha spiegato il portavoce del Fmi. I creditori esigono una rimodulazione delle aliquote Iva e la cancellazione delle troppe esenzioni. Sul mercato del lavoro, non deve esserci nessuna marcia indietro sulle liberalizzazione mercato del lavoro, né un aumento dei salari minimi. Almeno fino alla fine del programma di assistenza nel marzo 2016, quando Tsipras — se accetterà il piano tedesco — sarà libero da memorandum, Troika e Brussels Group. Se poi tra nove mesi il primo ministro greco non sarà riuscito a rimettere l'economia e i conti in ordine, permettendo alla Grecia di avere di nuovo accesso ai mercati internazionali, saranno fatti suoi, bancarotta compresa. Ma default e possibile uscita dall'euro arriveranno prima, se Tsipras rigetterà l'ultimatum dei creditori.
L'editoriale dell'elefantino