Ecco in cosa consiste davvero l'accordo europeo sugli immigrati
Bruxelles. L'accordo raggiunto al Vertice europeo sulla ripartizione dei migranti “è un passo non decisivo ma, per come si era messa la situazione, è un passettino in avanti del quale sono molto soddisfatto”, ha spiegato questa mattina il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Ma il testo uscito da una lunga notte di dibattiti surriscaldati e scontri verbali è ben al di sotto delle aspettative sollevate dalla proposta della Commissione di Jean-Claude Juncker di trasferire 40 mila richiedenti asilo dall'Italia e dalla Grecia verso altri paesi europei sulla base di quote obbligatorie. L'obbligatorietà non c'è più, per l'opposizione di una maggioranza dei leader europei. Il sistema sarà volontario, anche se l'obiettivo dei 40 mila sarà obbligatorio. Entro fine luglio ciascuno Stato membro dovrebbe comunicare quanti migranti è disponibile a accogliere, fino ad arrivare all'agognata cifra. I capi di Stato e di governo si sono accapigliati per ore anche sulla procedura da seguire per attivare il “meccanismo di risposta d'emergenza” per ripartire i migranti. I trattati prevedono la maggioranza qualificata, ma la decisione sulle quote volontarie verrà presa dai ministri dell'Interno per consenso. “E' un compromesso creativo”, spiega una fonte europea. “Spettacolo deprimente”, ha commentato il premier belga, Charles Michel.
Il “meccanismo di risposta d'emergenza” non è per subito. Nelle prossime settimane il Lussemburgo, che assumerà la presidenza di turno dell'Ue, cercherà di trovare la quadra tra le singole promesse volontarie e l'obiettivo obbligatorio dei 40 mila. A settembre è atteso il parare dell'Europarlamento. “Prima dell'autunno non è possibile far partire la ridistribuzione”, dice un funzionario implicato nei negoziati tra i governi. L'Italia dovrà fare la sua parte, accettando gli Hotspot europei, dove saranno identificati e registrati i migranti, affinché non escano dal paese di primo arrivo.
[**Video_box_2**]Renzi ha comunque rivendicato una vittoria. “L'obiettivo da portare a casa era che l'Unione Europea non chiudesse gli occhi di fronte al problema dell'immigrazione. Sotto questo profilo il risultato è stato raggiunto”, ha spiegato il presidente del Consiglio. “Per la prima volta, dopo che sono stati firmati, ahimè anche dall'Italia, gli accordi di Dublino, per me sbagliati e sciagurati, abbiamo ora un accordo diverso, il che significa che non è soltanto il paese che riceve gli immigrati a doversene far carico”. Anche la cancelliera tedesca, Angela Merkel, vuole una ristrutturazione di Dublino e la Commissione “ha iniziato a lavorarci informalmente”, spiega il funzionario. L'accordo di questa notte “potrebbe essere la prefigurazione dell'evoluzione di Dublino” con una ripartizione più strutturata dei richiedenti asilo.