Appunti, rimostranze e pettegolezzi sulla visita di Renzi in Giappone
Roma. Dal 2 al 4 agosto il presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi sarà in visita ufficiale in Giappone. Si tratta di un viaggio di stato annunciato già nell’aprile scorso dal ministro degli Esteri nipponico Fumio Kishida. Nella sua visita, Renzi sarà accompagnato dall’ambasciatore giapponese in Italia, Kazuyoshi Umemoto. Fonti diplomatiche parlano di una visita “un po’ troppo breve” (un giorno in meno della prima visita formale del presidente americano, Barack Obama, nel paese del Sol Levante, ma più di quelli trascorsi dallo stesso Shinzo Abe in Italia durante il suo “transito” nel giugno scorso) e forse non sufficiente a chiarire la posizione italiana su una serie di priorità internazionali, di eventi strategici e diplomatici che coinvolgono in questo periodo il Giappone (l’assertività della Cina con i vicini asiatici, la nuova interpretazione dell’articolo 9 della Costituzione giapponese che modificherà i rapporti di forza tra gli alleati nel Pacifico, il Free Trade Agreement tra Unione europea e Giappone, il modello economico giapponese noto come Abenomics e le possibili applicazioni anche in Italia). L’agenda di Renzi è pienissima, ha risposto Palazzo Chigi. Ma due giorni sono sempre meglio di niente.
Non si sa ancora se il premier viaggerà accompagnato dalla famiglia (un particolare non di poco conto per la cultura nipponica – celebre fu la gaffe di Obama, che nella sua prima visita andò da solo lasciando moglie e figlie a fare le turiste in Cina: affronto gravissimo rimediato solo mesi dopo da Michelle). Quel che è certo è che Renzi si fermerà in Giappone soltanto due notti. Nella prima giornata a Tokyo sarà ricevuto dall’Imperatore del Giappone, Akihito, e dal primo ministro Shinzo Abe. Il giorno dopo Renzi andrà a Kyoto, l’antica capitale del Giappone e tra le mete preferite dai turisti italiani, che quest’anno celebra il cinquantesimo anniversario di gemellaggio con la città di Firenze.
Secondo fonti diplomatiche, Renzi avrebbe sondato la macchina organizzativa messa in moto per il viaggio in modo da poter partecipare al World Scout Jamboree 2015, raduno mondiale dello scoutismo che si organizza ogni quattro anni, quest’anno ospitato dalla prefettura di Yamaguchi fino all’8 agosto. Dal Kantei, il palazzo del governo di Tokyo, hanno sussurrato a Palazzo Chigi che il 6 agosto prossimo, a Hiroshima, ci sarà la settantesima commemorazione di uno degli eventi più catastrofici della storia dell’umanità, e che sarebbe stato motivo d’onore la presenza del primo ministro italiano alla cerimonia. Vecchi corrispondenti in Giappone ricordano l’unica volta in cui un presidente italiano partecipò alla cerimonia di Hiroshima: fu Sandro Pertini nel 1982, il suo messaggio contro la Bomba atomica è ancora custodito al Museo della Pace della città giapponese. Poi, nel 2007, andò Massimo D’Alema, allora vicepremier del governo Prodi.
Giulia Pompili