Il re saudita se n'è andato dalla Costa Azzurra, ma le prostitute ancora piangono
Parigi. Si è a lungo parlato della grande polemica francese dell’estate, ossia quella che ha riguardato il soggiorno del re saudita Salman bin Abdulaziz al Saud in Costa Azzurra. Tutti hanno raccontato la storia a lieto fine del popolo che scaccia il sovrano che occupa la spiaggia pubblica, dei residenti che si riappropriano del loro lido, della vittoria del bene pubblico sull’arroganza del privato, ma non vi hanno detto che lì a Vallauris e nei dintorni di Cannes c’è anche un altro popolo, e alcune categorie in particolare, che per la partenza anticipata del re non hanno certo lanciato grida di giubilo, e anzi, ora, sono disperate. I commercianti, certo, ai quali Libération ha dedicato un reportage, ma soprattutto le prostitute.
E’ l’altra faccia della contestatissima visita di re Salman in Costa Azzurra, è il “dramma” delle squillo di Cannes, a cui il settimanale Minute ha consacrato oggi un dossier, approfittandone anche per riesumare due recenti scandali, rapidamente soffocati dalle autorità francesi, che hanno coinvolto pezzi grossi del mondo arabo (il primo ha per protagonista un fotografo libanese molto ammanicato, Nazih Al Ladki, che avrebbe messo a disposizione di principi ed emiri una rete di 89 ragazze durante gli anni Novanta, il secondo riguarda in prima persona Mutassim Gheddafi, morto nel 2011, ma implicato nel 2007, durante il periodo festivaliero, in una rete di prostituzione di lusso gestita da un altro libanese, Elie Nahas, che faceva arrivare le prostitute direttamente dal Brasile e dal Venezuela). Il commercio del sesso, a Cannes, è durato solo due settimane, “purtroppo”, dicono le peripatetiche, perché tutti erano pronti a farlo prosperare fino al 20 agosto (data di partenza inizialmente prefissata da re Salman), giacché sua maestà si era fatta accompagnare da un entourage di mille persone, molte delle quali alloggiavano nei lussuosi hotel che si affacciano su Boulevard de la Croisette. E’ in quelle stanze, o negli yacht attraccati al porto sito a pochi passi dal viale più famoso di Cannes, che i sauditi e gli arabi danarosi avrebbero continuato a trascorrere le loro mille e una notte di piacere, se non fosse stato per questo inaspettato cambio di programma di re Salman (infastidito, nonostante le smentite di Riyad, dalle petizioni e dal trattamento riservatogli dai giornali locali).
“Sur la Croisette, ça s’annonçait chaud”, scrive Minute. Temperature alte erano annunciate sulla Croisette durante le quattro settimane di soggiorno della comitiva saudita, mentre a Parigi i giornali starnazzavano sulla fattura di 3,7 milioni di euro agli ospedali della capitale francese non ancora saldata da re Salman. Ma non c’è stato modo di far cambiare idea al sovrano saudita: ha deciso di andarsene, alla volta di Tangeri, in Marocco, dove “sarà accolto fin dal suo atterraggio con i fiori e non con le petizioni”, ha polemizzato un commerciante, seccato per la rivolta dei centocinquanta mila francesi che hanno firmato la petizione del consigliere comunale Jean-Noël Falcou contro il re Salman.
[**Video_box_2**]Per i commercianti e per le prostitute, insomma, ne valeva la pena eccome di concedere qualche metro di spiaggia in esclusiva al re dell’Arabia Saudita, visto il ritorno economico che ci sarebbe stato. “La nostra economia non va sufficientemente bene per permetterci il lusso, per dogmatismo, di far fuggire i visitatori con un forte potere d’acquisto”, aveva dichiarato, nel disperato tentativo di fare cessare le ostilità, il presidente della Camera di commercio e industria di Nizza-Costa Azzurra. Un cittadino di Vallauris, Stéphane Leonetti, aveva addirittura lanciato una contropetizione, perché i soldi del re e del suo seguito sarebbero stati manna dal cielo per tutti i lavoratori della Riviera. Prostitute comprese.
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