Hollande e Sisi in luna di miele sul canale di Suez allargato
Parigi. “August 6th 2015: Egypt’s Gift to the World”. L’allargamento del canale di Suez, che consentirà di raddoppiare la circolazione delle navi e delle merci tra mar Mediterraneo e mar Rosso, oltre ad assicurare numerosi altri benefici in termini di tempistica, guadagni, riduzione dei costi e creazione di posti di lavoro, è “il regalo dell’Egitto al mondo”, titola l’Economist in una copertina pubblicata soltanto in Egitto grazie a uno “special arrangement con l’editore” (così c’è scritto) in occasione dell’inaugurazione dell’opera faraonica, costata secondo le dichiarazioni ufficiali quattordici miliardi di euro (la metà dei quali racimolati grazie all’acquisto di quote di partecipazione da parte del popolo egiziano). L’inserzione sul settimanale inglese è certamente l’esempio più notevole della campagna mediatica esagerata condotta dal presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi, in bella vista sulla copertina, che tra le gigantografie sui giornali locali e una cerimonia d’inaugurazione in pompa magna cerca il paragone storico come “nuovo Nasser”.
Per l’inaugurazione del nuovo tratto del canale di Suez, – lo stesso al Sisi ha ripetuto la definizione di “il nostro dono al mondo” – il presidente egiziano ha voluto al suo fianco una compagine varia, che comprendeva il primo ministro russo, Dmitri Medvedev, il premier greco, Alexis Tsipras, ma soprattutto il presidente francese, François Hollande, con il quale i rapporti sono più che ottimi dopo i recenti accordi economici siglati tra la Francia e l’Egitto. Dalla firma dell’accordo di vendita di una fregata Fremm e di ventiquattro cacciabombardieri Rafale della Dassault Aviation lo scorso 16 febbraio (operazione da 5,2 miliardi di euro), Parigi e Il Cairo “sono in piena luna di miele”, scrive l’Express, che ribattezza François Hollande “l’egiziano”. Come l’imperatrice Eugenia, moglie di Napoleone III, che nel 1869 tenne a battesimo il canale di Suez, il capo di stato socialista approfitta dell’ampliamento della via navigabile per celebrare la ripresa delle relazioni bilaterali con l’Egitto, fiancheggiato dal suo ministro della Difesa, Jean-Yves Le Drian, grande orchestratore della vendita dei Rafale. Nel porto di Ismailia, la fregata Fremm (ribattezzata Tahya Misr, “lunga vita all’Egitto”) e tre dei ventiquattro Rafale acquisiti dal Cairo sono apparsi giovedì al pubblico con la nuova livrea, pittata con i colori della bandiera egiziana.
[**Video_box_2**]Tra i due paesi, come ha confermato in una recente intervista al Figaro il premier egiziano Mahlab, la relazione è ora “ideale” e gli accordi economici e commerciali non si fermeranno alla commessa di febbraio. Le imprese francesi puntano molto sulla ripresa dell’economia egiziana, dopo anni di tracollo. Ragion per cui una delegazione del Medef, la Confindustria francese, si è recata a giugno al Cairo per tastare il terreno e intavolare dei pourparlers per future partnership. Nel racconto della visita di Hollande in Egitto, i giornali francesi hanno attaccato il presidente socialista per non aver fatto parola circa lo stato dei diritti dell’uomo e della libertà d’espressione sotto al governo del Cairo, ma intanto nessuno in Europa quanto Hollande si gode gli affari lucrosi con il presidente egiziano, e i vantaggi strategici che da essi derivano.
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