Meir Ettinger, uno dei due estremisti israeliani arrestati dallo Shin Bet

Terrore domestico

Daniele Raineri
Gli estremisti israeliani arrestati dallo Shin Bet sognano la Rivolta contro Gerusalemme. Linea dura

Roma. Domenica due estremisti israeliani già arrestati dallo Shin Bet, i servizi di sicurezza interni, sono stati sottoposti a un tipo di detenzione amministrativa senza processo che durerà sei mesi. I due, Meir Ettinger e Eviatar Slonim, assieme a un terzo uomo fermato giovedì scorso, sono accusati di fare parte di quel contesto terrorista da cui è partito l’attacco incendiario che la notte del 31 luglio ha ucciso il palestinese Saad Dawabsheh e il figlioletto di 18 mesi in casa loro. Nel passato recente hanno pubblicato materiale che incita all’odio e alle aggressioni contro lo stato israeliano, considerato una minaccia perché un giorno potrebbe ordinare ai settler di ritirarsi dalla West Bank. Ettinger teorizza “la Rivolta” contro le istituzioni – è anche il nome del suo manifesto d’azione – per far deflagrare la violenza, portare le autorità al collasso e costruire un ordine nuovo.

 

Secondo il gruppo di legali che difende i tre estremisti questa detenzione senza giudizio, che è applicata a centinaia di palestinesi, è rischiosa perché “per ora le detenzioni sono tre, ma nei prossimi giorni il numero potrebbe salire a trenta, o a trecento”. La decisione di applicare la misura anche a cittadini israeliani è stata presa dall’esecutivo del primo ministro Benjamin Netanyahu, che sui media sta usando toni molto duri. Il ministro della Giustizia, Ayelet Shaked, criticata in passato per le sue posizioni contro i palestinesi, dice che i responsabili materiali dell’attacco incendiario “meritano la pena di morte”. L’ex capo dello Shin Bet, Yuval Diskin, in un post su Facebook scrive che tra i settler ci sono estremisti che vogliono la formazione di  uno stato parallelo a quello di Israele: anarchico, violento e antigovernativo.

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  • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)