Castelli della Loira halal. I musulmani di Francia vogliono vacanze "muslim-friendly", lontano dagli infedeli
Parigi. Al Kanz è uno dei portali online di riferimento della comunità islamica francese. La sua vocazione principale è quella di difendere i consumatori musulmani dai prodotti “impuri” che si possono trovare sugli scaffali dei supermercati francesi, come dimostrano le sezioni “Bien consommer” e “Services consommateurs”, all’interno delle quali è ad esempio intimato il boicottaggio totale del dentifricio Signal, che contiene gelatina di carne di maiale e quindi non è conforme alle norme halal, così come dei prodotti della Dove, “perché di origina israeliana”. Ma oltre ai consigli e agli ammonimenti in materia alimentare, Al Kanz si è preoccupata in queste settimane di informare la comunità islamica francese che non serve prende l’aereo e tornare in Maghreb o in Turchia per trascorrere delle vacanze halal-compatibili, perché in Francia sempre più alberghi, case vacanza e centri di villeggiatura si stanno adattando alle esigenze dei fedeli di Allah. “Le spiagge francesi non vi entusiasmano, ma vi vedete bene nell’acqua in un luogo calmo, discreto e lontano da una promiscuità che vi infastidisce”, scrive il sito indirizzandosi alla comunità islamica francese. “A qualche chilometro dall’oceano Atlantico e nelle Alpi francesi, le destinazioni muslim-friendly sono sempre più numerose. Muslim-friendly, o per dire le cose più semplicemente ‘halal’; in altre parole conformemente all’etica musulmana”.
I musulmani francesi potranno dunque “fuggire la promiscuità” e “non trovarsi ingabbiati tra i miscredenti”, come ha scritto il settimanale Minute, che nel suo ultimo numero ha dedicato un dossier all’ascesa folgorante, in Francia, del turismo halal. Nell’oceano del web, oltre ad Al Kanz, ci sono altri siti per quanti vogliono godersi gli ultimi scampoli di estate o progettare scappatelle autunnali secondo l’etica musulmana. Tra questi c’è Muslimfriendly.com, che propone una lista di indirizzi dove i princìpi del Corano vengono scrupolosamente rispettati, come ad esempio L’Herse d’Or di Parigi, un hotel certificato 100 per cento halal immerso nel Marais (il che fa abbastanza sorridere, dato che si tratta del quartiere più dionisiaco e svalvolato di Parigi), dove, dice il direttore a Minute, “sono disponibili i tappeti per la preghiera e il Corano, la colazione halal e il piacere dell’équipe di vedere fratelli e sorelle islamiche”.
Ma c’è anche chi è più solerte e premuroso di Muslimfriendly.com, come l’associazione Muslim Dream, di Lione, che propone alla comunità musulmana francese un concetto 100 per cento islamico di soggiorni “Spiritualità e benessere”. Cinque sono i punti fermi: chalet con confort garantito, spiritualità assicurata, seguendo un programma che rispetta l’etica e la pratica del credente musulmano, halal certificato, benessere bio e il boicottaggio dei prodotti israeliani. Uno degli indirizzi più frequentati, come riportato da Minute, è un agriturismo halal nel dipartimento dell’Ardèche, in ragione di una particolarità che la proprietaria ha preferito omettere al telefono col settimanale, ma che è ben evidenziata nel sito Muslimfriendly.com: una piscina protetta da una tenda dove musulmani e musulmane possono fare il bagno al riparo dagli infedeli.
Una notizia che fa un certo effetto, anche perché esce a due settimane dalla polemica sul soggiorno del sovrano saudita Salman, che per due settimane ha privatizzato la spiaggia di Vallauris, in Costa Azzurra, ordinando, tra le altre cose, di tenere a debita distanza le donne della sicurezza dispiegate dallo stato francese, per evitare promiscuità con il suo entourage (anche se, come rivelato sempre dallo stesso Minute due settimane fa, pare che il seguito di re Salman amasse eccome certe promiscuità con la fauna locale).
[**Video_box_2**]Per i vacanzieri musulmani che vogliono passare delle vacanze haut de gamme, infine, c’è pure il castello “muslim friendly”. Che non è un castello qualsiasi, ma è lo splendido château de La Roche-Tinard, un castello della Loira, situato nel piccolo comune di Andard, vicino a Angers. Risalente al Diciassettesimo secolo, la dimora ospitava all’epoca una comunità di suore francescane, dal 1800 è stata dotata di una cappella, ma oggi è munita anche di quattro camere battezzate “camera Avicenna” e “camera Averroè”, dal nome dei due filosofi e matematici musulmani, e tre appartamenti, chiamati Granada, Cordoba, Siviglia: tutti rigorosamente halal-compatibili. Il proprietario del castello è un eminente chirurgo di Angers di confessione musulmana, Abdel-Rahmène Azzouzi, che dalla Francia ha avuto tutto (“Vivo in un castello, ho una macchina da 100.000 euro, ho una moglie magnifica, ho due bambini e due asini”, ha riconosciuto), ma nonostante ciò si è lanciato qualche mese fa, dopo la strage di Charlie Hebdo, in un attacco frontale nei confronti del paese che lo ha accolto a braccia aperte e fatto diventare quello che è ora: “La Francia è diventata probabilmente la nazione più islamofoba del mondo”, aveva attaccato in un testo pubblicato sul sito del magazine Monde des Religions, denunciando “l’ostracismo permanente dell’intellettuale Tariq Ramadan” da parte dei media francesi e “la marea di candidati e candidate locali, uno più bianco dell’altro”.