Perché Marine Le Pen incuriosisce i "patrons" francesi
Parigi. Per molti sarà un trouble-fête, un invitato che guasterà l'abituale incontro agostano della classe imprenditoriale francese, l’Università estiva del Medef, Mouvement des Entreprises de France. Per altri, invece, sarà il vero invitato d'onore. Il prossimo 26 e 27 agosto, per lanciare la rentrée e tornare a fare sul serio, parlare a voce alta di riduzione dei costi del lavoro e di sgravi fiscali alle imprese, la Confindustria francese e il suo presidente, Pierre Gattaz, dovranno fare i conti con la presenza del Front national di Marine Le Pen, che stando agli ultimi sondaggi sta riscuotendo sempre più consenso tra gli imprenditori francesi, poco convinti dalle manovre del governo socialista in favore delle imprese, nonostante la presenza di un liberale descamisado come il ministro dell'Economia Emmanuel Macron e di un premier, Manuel Valls, che l'anno scorso aveva lanciato dal palchetto predisposto per l'occasione un vigoroso "J'aime l'entreprise".
Il settimanale Obs ha consacrato questa settimana un dossier speciale alla nuova liaison tra il Front national "dédiabolisé" e i direttori delle piccole e medie imprese francesi, ma anche al recente avvicinamento al partito lepenista dei grandi patron dell'Esagono. Come il 51enne Charles Begbeider, imprenditore di peso, anche per la sua immagine mediatica (è fratello di Frédéric, il pubblicitario dandy più mondano e ammanicato di Parigi), nonché ex membro del consiglio esecutivo del Medef sotto la presidenza di Laurence Parisot (2005-2013), che a fine luglio aveva affermato senza troppe remore che il numero di imprenditori affascinato dal dinamismo e dalle ricette per la salvaguardia del made in France proposte dal Fn a trazione marinista era in forte aumento. Lui stesso "non esiterebbe un secondo" a concedere il suo voto a Marine Le Pen in occasione delle presidenziali del 2017. "È un fenomeno in crescita", ha confermato all'Obs un responsabile del Medef, aggiungendo che la "presenza frontista nelle imprese è identica a quella riscontrabile nella società francese".
Al "Carré" di Nanterre, sede del Front national, i trionfalismi sono messi al bando, ma la soddisfazione è tanta per il successo dell'operazione seduzione della società civile, avviata lo scorso anno con il lancio del primo collettivo (Racine, per attrarre gli insegnanti). Ci sono i numeri, anzitutto: su dieci neo tesserati, due appartengono alla classe imprenditoriale. E non sono solo patron di piccola o media taglia, con 20 o al massimo 30 dipendenti, ma anche direttori di imprese che vantano 70 dipendenti. "Non li reclutiamo perché siamo noi ad andarli a cercare. Sono loro a venire spontaneamente verso il Front national", ha detto Wallerand de Saint-Just, tesoriere del partito. Alle elezioni dipartimentali di marzo, il 7 per cento dei candidati frontisti proveniva dal mondo dell'impresa, contro il 3 per cento dell'Ump (oggi Républicains) e il misero un per cento del Ps.
[**Video_box_2**]Il Front national non è la "tazza di tè” di Pierre Gattaz, dice l'entourage del "patron des patrons" per evidenziare la sua poca simpatia per l'ultimo arrivato, ma la dichiarazione d'amore di Beigbder a favore di Marine Le Pen, scrive l'Obs, "potrebbe liberare i dubbiosi" dal timore di affermare la propria prossimità ideologica con il nuovo Fn. In attesa di conferme alle prossime elezioni regionali, Marine si gode l'esplosione di adesioni al collettivo nato lo scorso ottobre per sedurre gli "jeunes actifs": Audace, il movimento dei "giovani imprenditori patrioti" vicino al Rassemblement Blue Marine.