Così Putin frega la Francia che ha rotto il contratto sulle Mistral
Parigi. La scorsa settimana, il Canard Enchaîné ha smascherato in prima pagina il presidente francese Hollande e i suoi ministri, che erano rimasti nel vago sugli effetti collaterali della rottura del contratto di vendita delle due portaelicotteri Mistral alla Russia dopo il peggioramento delle relazioni tra i due paesi a causa della guerra in Ucraina. In un dossier corrosivo il magazine ha enumerato tutte le spese extra che la Francia sarà costretta a sostenere in ragione degli impegni presi al momento della firma (era il gennaio del 2011 e all’Eliseo c’era Sarkozy), nonché le conseguenze nefaste dello strappo in termini di posti di lavoro. Ma come se non bastasse il grave danno economico – secondo i calcoli del settimanale, l’Esagono sborserà 2,4 miliardi di euro, pari al doppio rispetto a quanto pagato inizialmente da Mosca – ecco che arriva la beffa della documentazione tecnica per la costruzione delle due portaelicotteri, 150.000 pagine che la Francia aveva trasmesso alla Russia nel quadro del trasferimento di tecnologia previsto dal contratto, ma che ora stanno rendendo felici soltanto gli ingegneri del Cremlino, pronti a utilizzarle per fabbricare le loro versioni di Mistral. Secondo quanto riportato dal sito francese Breizh-Info, i soldi del maxi rimborso (Mosca beneficerà della forte svalutazione dell’autunno 2014, ottenendo 25 miliardi di rubli in più rispetto ai 40 sborsati nel 2011) verranno versati nelle casse della marina russa per sviluppare nuovi progetti che rappresenteranno “una risposta russa alle Bpc Mistral”. Avvalendosi del know-how francese, saranno insomma costruite delle Mistral made in Russia, con un Putin che già si gode lo “scippo” a Parigi, mentre Hollande spera di liberarsi delle due portaelicotteri, la Vladivostok e la Sébastopol, il prima possibile (Egitto e Arabia Saudita sono i principali soggetti interessati).
Attualmente, secondo quanto riportato da Breizh-Info, sono due i progetti in corso per creare un equivalente russo alle Mistral. Il primo ha l’obiettivo di creare entro il 2030 una flotta di portaerei classe 2300E Shtorm a propulsione nucleare (85.000 tonnellate, 70 velivoli imbarcati) o tradizionale (65.000 tonnellate, 55 velivoli imbarcati): il tutto, in seguito alla modernizzazione dei cantieri navali di Severodvinsk. Il secondo, che è il più importante tra i due progetti anche perché si farà in tempi più rapidi, riguarda la costruzione di una flotta di portaelicotteri sul modello delle Mistral (e quindi con il supporto della precisissima documentazione tecnica francese giunta a Mosca dopo la firma del contratto nel 2011). Battezzato “Lavina-Priboï” (Valanga-marea), il progetto doterà la Russia di navi che potranno imbarcare fino a 8 elicotteri, 60 blindati e 500 militari. Secondo l’alto comando russo, le portaelicotteri saranno protette da sistemi di difesa di nuova generazione e la loro costruzione potrebbe già iniziare nel 2016 a San Pietroburgo. Sullo sfondo dei silenzi dell’Eliseo, delle dichiarazione fumose del ministro della Difesa Jean-Yves Le Drian e della battaglia delle cifre che ha spinto due deputati dei Républicains, Philippe Meunier e Philippe Vitel, a creare una commissione d’inchiesta sui costi reali della mancata consegna delle due navi della discordia, si apre dunque un altro capitolo imbarazzante della saga rocambolesca delle navi Mistral, che conferma quanto i grandi vincitori siano i russi – altro che “buon accordo”, come aveva dichiarato Hollande.
[**Video_box_2**]Per completare l’opera il Canard Enchaîné ha pubblicato la confessione di un generale dell’esercito francese, Bernard Norlain, che ha sbugiardato il ministro delle Finanze Michel Sapin, il quale aveva smentito i calcoli del settimanale guastafeste parlando di costi “inferiori a un miliardo di euro”: “La fattura è molto più elevata rispetto a quanto annunciato dal governo, ossia 800 milioni”, ha dichiarato Norlain. “Se si tiene conto di tutte le spese indotte, sarà almeno di due volte superiore rispetto alle stime ufficiali”.