Piketty con Podemos, Varoufakis con Corbyn. I miti sfiatati della sinistra anti austerità
Quando Thomas Piketty, l’economista più posh degli ultimi anni, scende in campo, anche se solo come consulente, anche se solo come membro di una più ampia squadra di collaboratori internazionali, lo fa sempre in grande stile. E anche in Spagna, dove il partito della sinistra populista Podemos lo ha assoldato ieri nel suo team, Piketty già propone nuove alleanze, rivoluzioni nella politica spagnola, e niente di meno che “un cambiamento nell’equilibrio politico dell’Europa”.
Pablo Iglesias, leader di Podemos, ha annunciato ieri l’aggiunta di Piketty, autore del best seller “Il capitale nel XXI secolo”, nella sua squadra di consulenti internazionali per la stesura del programma economico del movimento in vista delle elezioni generali di dicembre. Negli ultimi mesi i sondaggi hanno mostrato un calo notevole dei gradimenti di Podemos, passato dal 25 per cento a meno del 15, e con l’annuncio di Piketty Iglesias spera di ridare fiato al movimento. L’annuncio è stato fatto nella sede della Paris School of Economics di Madrid, e uno dei principali compiti di Piketty sarà quello di creare un sistema di “reddito garantito” per appianare le tanto odiate diseguaglianze, cavallo di battaglia del suo libro.
Ma l’economista star della sinistra ovviamente non si accontenta di ruoli operativi, lui è l’ideologo, e subito dopo la piccola conferenza stampa ha iniziato a esternare. Sulla politica spagnola anzitutto, dove Podemos e il Partito socialista (Psoe), le due forze di sinistra che finora si sono affrontate alle urne, devono allearsi, dice Piketty, per sconfiggere il Partito popolare del premier Mariano Rajoy troppo allineato con la cancelliera tedesca Angela Merkel. Meglio un governo populista che un governo votato all’austerità, e Piketty è già pronto a essere l’artefice della rivoluzione. “Manterrò relazioni con Podemos e con il Psoe”, dice al Mundo, “parlerò a entrambi”, come a voler intestarsi l’alleanza delle sinistre contro l’austerità e le diseguaglianze.
L’obiettivo dell’economista francese però è ancora più ambizioso. Quando i giornalisti spagnoli gli chiedono la ragione del suo interesse nella Spagna, lui risponde che in realtà Madrid è solo un tramite: “Abbiamo bisogno di un cambiamento al governo della Spagna per cambiare l’equilibrio politico in Europa e democratizzare il funzionamento dell’Eurozona”. La Spagna a trazione Podemos-Piketty dovrebbe diventare, spiega l’economista, un contrappeso alla Germania di Merkel: “Questo è l’obiettivo più importante per me”, dice.
Piketty e Iglesias hanno parlato anche della situazione greca, definendo comprensibile la scelta del premier Alexis Tsipras di accettare l’accordo con l’Eurogruppo, ma dicendosi stupiti che i governi di sinistra di Italia e Francia si siano “inginocchiati” al volere tedesco nell’affare greco.
[**Video_box_2**]E mentre Piketty parlava da Madrid, l’altro economista star dell’ultimo anno, l’ex ministro delle Finanze del governo Tsipras, Yanis Varoufakis, rendeva nota la sua partecipazione la settimana prossima a un evento a Londra fianco a fianco con il contendente socialista alla leadership del Labour inglese, il frontrunner Jeremy Corbyn. L’evento, che si svolgerà il 14 settembre, ha come tema “Combattere per il nostro futuro: l’alternativa all’austerità, al disastro umanitario e al crollo dei mercati”, e apparentemente l’alternativa sembra ben rappresentata dal duo Corbyn-Varoufakis, che lotta contro l’austerità e per la purezza della sinistra.
C’è chi si chiede se per Corbyn sfilare su una passerella con Varoufakis sia una buona mossa elettorale, visto che ormai la figura dell’ex ministro è legata indissolubilmente con il disastro greco: se c’è un modo di spaventare gli elettori indecisi, promuovere un evento con Varoufakis a pochi giorni dalla chiusura delle votazioni per le primarie del Labour (si chiudono il 12 settembre; quando si presenterà sul palco con Varoufakis Corbyn saprà già se è stato nominato o meno leader del partito) è sicuramente il modo migliore per farlo. Ma nella sinistra populista anche i miti decaduti fanno brodo, e a preoccupare più che altro deve essere il fatto che i luoghi dove gli ideologi anti austerità trovano l’accoglienza più calda sono proprio quelli in cui l’austerità ha funzionato meglio: Spagna e Regno Unito.
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