Per non sfigurare con Uber, i tassisti di Parigi si mettono la giacca
Parigi. A tre mesi dalla sospensione di Uberpop – il servizio di Uber che permette anche ai privati, non professionisti, di fornire un servizio di carpooling – in Francia si registrano segni di resipiscenza anche da parte di chi non ha mai visto di buon occhio la distruzione creatrice introdotta dalla società californiana. Viva i disruptor come Uber, ora, lo dice pure il Monde, il quotidiano dell’establishement di sinistra. Che in un articolo pubblicato martedì ha sottolineato soddisfatto come i tassisti tradizionali stiano reagendo non più a colpi di blocchi, proteste, scioperi e violenze, ma con un aumento della qualità del servizio fornito. Ripensandosi, quindi, e rinnovando in meglio il loro modus operandi.
“L’apertura del mercato alla concorrenza ha indubbiamente livellato verso l’alto gli standard in termini di servizi”, scrive il quotidiano parigino. E l’effetto più visibile di questo miglioramento globale dei taxi parigini, dovuto all’irruzione di Uber nel mercato francese, è il cambio di stile nell’abbigliamento. Negli ultimi due mesi, più di cinquemila chauffeur della società di radio taxi più importante di Parigi, G7, hanno iniziato a indossare giacca e cravatta, alla stregua dei disprezzati “fighetti di Uber”. Degli ottomila tassisti che operano per G7, seimila e cinquecento hanno aderito alla neonata carta “Service plus”, che prevede, oltre al nuovo codice di abbigliamento (mille e cinquecento prediligevano una tenuta elegante anche prima della firma), la fornitura di una bottiglia di acqua e di un caricatore per smartphone. Inoltre, tutti i tassisti firmatari, per ogni corsa, si impegnano a scendere dal proprio abitacolo per aprire la portiera e rendere così più accogliente un servizio che, soprattutto nella capitale francese, non ha mai spiccato per calorosità.
“I taxi parigini si convertono ai metodi di Uber”, evidenzia il Monde nel titolo dell’articolo, spiegando che tutto ciò che era appannaggio di Uber, LeCab e altri servizi di trasporto con conducente ora si è esteso anche ai tassisti tradizionali. Il vento concorrenziale portato dalla società californiana ha influenzato in positivo anche le tariffe. La società Taxis bleus, numero due del mercato parigino, ha lanciato qualche giorno fa un’offerta più che vantaggiosa destinata ai molti tiratardi della capitale francese: venerdì e sabato, da mezzanotte alle cinque del mattino, parigini e pariginizzati potranno tornare a casa per soli 10 euro, a prescindere dalla distanza, prenotando la corsa tramite l’app della società. Sulla stessa lunghezza d’onda, G7 ha lanciato Night Cab, offerta altrettanto allettante che permette ai giovani tra i 18 e i 25 anni di ottenere una riduzione del 20 per cento ogni giovedì, venerdì e sabato dalle 22 alle 5 del mattino.
[**Video_box_2**]Mentre i suoi concorrenti si affannano per emularla, Uber però ha incassato martedì in tarda serata l’ennesimo schiaffo dalla giustizia francese. Il Consiglio costituzionale ha infatti confermato l’illegalità del servizio Uberpop, respingendo l’integralità delle eccezioni della difesa (l’avvocato della società americana, Hugues Calvet, aveva insistito sul fatto che le disposizioni troppo vaghe della legge Thévenoud su Uberpop rappresentano un ostacolo per la libertà di impresa). L’avviso contrario dei giudici potrebbe avere un impatto altrettanto negativo il prossimo 30 settembre per Thibaud Simphal e Pierre-Dimitri Gore-Coty, rispettivamente direttore di Uber France e general manager della compagnia californiana per l’Europa occidentale, che dovranno comparire davanti al tribunale correzionale di Parigi per attività illegale.