"Clausola Podemos" ed effetto Syriza sulle sinistre europee
I grandi investitori internazionali hanno iniziato ad aggiungere ai contratti le “clausole Podemos”, che permettono di sfilarsi dalle transazioni se il partito anti-austerità dovesse entrare nel governo spagnolo, direttamente o indirettamente.
A Lisbona ha rivinto le elezioni una coalizione che, quando al governo, ha applicato le dure ricette di austerity volute dalla Troika. La notizia della riconferma del premier di centrodestra Pedro Passos Coelho - anche se adesso inizierà la ricerca di una possibile grande coalizione con i Socialisti - ha rinvigorito la fiducia nel paese, tant’è che lo spread tra il decennale portoghese e l’analogo titolo tedesco, severo indicatore del giudizio degli investitori internazionali, ha reagito con una discesa a 165 punti contro i 178 di venerdì riducendo il rendimento di quattro punti base al 2,26 per cento (meno un Paese paga sul proprio debito, più è percepito affidabile da chi gli presta i soldi). Si tratta di un risultato per Coelho di gran lunga migliore di quanto prospettato solo qualche mese fa. Senza maggioranza assoluta, però, la formazione del nuovo governo è in salita e secondo alcuni il Paese dovrà tornare alle urne tra un anno se non si riuscirà a trovare la quadra.
Non solo Portogallo. Anche i vicini di casa spagnoli iniziano a fare i conti con un nuovo effetto Podemos: ossia i timori su una possibile instabilità del prossimo governo e del ruolo del partito di sinistra anti-austerity. Nonostante la vittoria del partito cugino Syriza in Grecia, Podemos ha registrato un calo notevole del gradimento mentre l’incertezza sull’esito delle prossime elezioni generali è in salita. La preoccupazione crescente è che le elezioni generali portino a una frammentazione del panorama parlamentare che complichi la governabilità del Paese e metta a rischio l’agenda di riforme degli ultimi anni. E gli investitori internazionali iniziano a mettere le mani avanti sui possibili scenari che si apriranno post elezioni in agenda per il 20 dicembre.
Secondo quanto ha riportato il Confidential i grandi investitori internazionali hanno iniziato ad aggiungere ai contratti le “clausole Podemos”, che permettono di sfilarsi dalla transazione se il partito anti-austerità dovesse entrare nel governo spagnolo, direttamente o indirettamente. “Le clausole Podemos - scrive il quotidiano - simboleggiano il timore di una frammentazione politica in Spagna che renda il paese ingovernabile dopo le prossime elezioni generali di dicembre”. Si tratta soprattutto dei cosiddetti “vulture fund” attivi nel real estate, hedge fund o private equity fund, che investono in debito considerato a forte rischio o sull’orlo del default. Il Confidential cita i nomi più celebri come Apollo, Cerberus, Fortress e Blackstone.
[**Video_box_2**]I fondi internazionali chiaramente non vogliono perdere le opportunità di affari che si presentano di questi tempi in Spagna, ma il clima di forte incertezza sulla situazione del Paese post elezioni li ha spinti a trovare una soluzione cautelativa. E le clausole anti Podemos sono una sorta di spada di Damocle che può rappresentare una pietra miliare nel modo di fare business in Spagna se il risultato delle urne non si traduce in un esecutivo solido e stabile.
Non sono solo i fondi internazionali a mettere le mani avanti però. Le stesse agenzie di rating, Moody’s e S&P, hanno iniziato ad avvertire delle conseguenze negative che una partecipazione di Podemos al governo può avere sul merito di credito del paese, con un taglio del rating. E che, come ha già messo in guardia Moody’s contattando tutti i suoi clienti quotati sull’indice spagnolo Ibex, si tradurrà in forma automatica a tutte le emittenti del paese.