Così l'intervento russo in Siria divide i paesi arabi
Lasciati soli dalla politica del disimpegno americano nella regione, i sauditi devono prepararsi così alla “guerra santa” in Siria, scrive al Quds al Arabi, un quotidiano in lingua araba basato a Londra. La chiesa russa ortodossa ha dato la sua benedizione alla campagna militare di Putin a Damasco, dove i cristiani sono tradizionalmente considerati il braccio destro di Assad. L’alleanza con le milizie sciite di Hezbollah, scrive al Quds, “ha provocato reazioni religiose e politiche, tra cui quelle dell'Associazione degli studenti musulmani in Libano e dei Fratelli musulmani siriani che hanno considerato un dovere legittimo il jihad contro l'occupazione russa della Siria”. Una dichiarazione congiunta di 52 intellettuali e membri del clero saudita esorta all’unione in un fronte unico degli oppositori siriani, includendo anche gli estremisti islamici, per accogliere “la chiamata al jihad” contro l’invasore cristiano.
[**Video_box_2**]D’altra parte, l’Egitto ha espresso il proprio sostegno all’intervento militare russo. Il presidente Abdel Fattah al Sisi ha già visitato Mosca quattro volte dal 2013 e Putin ha sottoscritto svariati accordi commerciali con il Cairo. Ciò che impedisce a Sisi di intervenire in Siria con uomini e mezzi al fianco di Assad sono i debiti contratti con l’Arabia Saudita e che ammontano a diversi miliardi di dollari. Il presidente egiziano allora si limita a rilasciare dichiarazioni molto calde in favore di Assad, subito rilanciate dalla stampa egiziana.
Ora però le tensioni con l’Arabia Saudita, fino a pochi mesi fa alleata dell’Egitto contro l’estremismo e i Fratelli musulmani, aumentano. Il 23 settembre, mentre Putin avviava le operazioni militari in Siria, si è verificata un’inattesa querelle diplomatica tra Riad e il Cairo. Yusuf al Qaradawi, uno dei leader dei Fratelli musulmani, è volato in Qatar per congratularsi con l’ambasciatore dell’Arabia Saudita in occasione della Festa nazionale saudita. La diffusione della foto (a sinistra) del leader del movimento islamista fuori legge (i Fratelli musulmani in Egitto sono stati banditi da Sisi) ritratto insieme con l’ambasciatore di un paese considerato alleato dell’Egitto nella guerra al terrorismo ha generato grandi polemiche. Richard Spencer ha scritto sul Telegraph che il disgelo tra l’Arabia Saudita e la Fratellanza indica che il fronte che si oppone al blocco sciita composto dall’Iran, dalla Siria di Assad e da Hezbollah, si va allargando. E che l’intervento russo può solo inasprire il confronto tra Riad e Teheran nella regione.