Non occupiamoci della Siria, conta solo la Libia
Io penso che di Siria non dovremmo occuparcene nemmeno per un secondo. E’ un dibattito inutile, che stiamo velleitariamente portando avanti. La verità è che a parole, ma ancora di più nei fatti, seguiamo delle politiche confuse altrui (in questo caso americane) nella speranza che qualcuno ci inviti a un tavolo internazionale. Una cosa che poi puntualmente non si verifica. Io penso che quelle poche energie e quello scarso spirito interventista che ci è rimasto – perché ne abbiamo pochissimo: agli italiani di fare le missioni militari non gliene importa niente – io lo userei per la Libia. Quello è un problema tutto nostro, l’abbiamo alle porte di casa, ci danneggia su ogni fronte: dal punto di vista energetico, delle esportazioni, con i migranti.
Tutto il mondo si aspetta che siamo noi a occuparci della Libia, mentre ci perdiamo in chiacchiere inutili sulla Siria per cercare uno strapuntino nella politica internazionale. L’Italia non deve stare dietro né dietro a Putin né dietro a Obama. Al governo di Roma il problema siriano non deve interessare. Siamo condannati a seguire, sui temi di politica internazionale, i nostri alleati. Ma Washington in questo momento ha le idee confusissime, ed è perché la situazione siriana è altrettanto confusa: che il presidente Assad sia un presidente illuminato non si può dire di certo, ma nemmeno si può pensare di cacciarlo, perché chi andrebbe al posto suo? Ma ripeto: non è un problema nostro. Se ne occupino i francesi che sono stati in Siria, gli americani, i russi ma che noi sprechiamo energie sulla Siria e non ci occupiamo di Libia mi sembra francamente una follia.
Paolo Scaroni è vicepresidente di Rothschild ed ex ad di Eni