Truppe dell'esercito libico marciano a Tobruk (foto LaPresse)

Non occupiamoci della Siria, conta solo la Libia

Paolo Scaroni
La Libia è un problema tutto nostro, l’abbiamo alle porte di casa, ci danneggia su ogni fronte: dal punto di vista energetico, delle esportazioni, con i migranti

Io penso che di Siria non dovremmo occuparcene nemmeno per un secondo. E’ un dibattito inutile, che stiamo velleitariamente portando avanti. La verità è che a parole, ma ancora di più nei fatti, seguiamo delle politiche confuse altrui (in questo caso americane) nella speranza che qualcuno ci inviti a un tavolo internazionale. Una cosa che poi puntualmente non si verifica. Io penso che quelle poche energie e quello scarso spirito interventista che ci è rimasto – perché ne abbiamo pochissimo: agli italiani di fare le missioni militari non gliene importa niente – io lo userei per la Libia. Quello è un problema tutto nostro, l’abbiamo alle porte di casa, ci danneggia su ogni fronte: dal punto di vista energetico, delle esportazioni, con i migranti.

 

Tutto il mondo si aspetta che siamo noi a occuparci della Libia, mentre ci perdiamo in chiacchiere inutili sulla Siria per cercare uno strapuntino nella politica internazionale. L’Italia non deve stare dietro né dietro a Putin né dietro a Obama. Al governo di Roma il problema siriano non deve interessare. Siamo condannati a seguire, sui temi di politica internazionale, i nostri alleati. Ma Washington in questo momento ha le idee confusissime, ed è perché la situazione siriana è altrettanto confusa: che il presidente Assad sia un presidente illuminato non si può dire di certo, ma nemmeno si può pensare di cacciarlo, perché chi andrebbe al posto suo? Ma ripeto: non è un problema nostro. Se ne occupino i francesi che sono stati in Siria, gli americani, i russi ma che noi sprechiamo energie sulla Siria e non ci occupiamo di Libia mi sembra francamente una follia.

 

Paolo Scaroni è vicepresidente di Rothschild ed ex ad di Eni

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