Antonio Costa, candidato premier per il Partito socialista alle elezioni portoghesi del 4 ottobre (foto LaPresse)

La tentazione di un "governo Syriza" per la sinistra in Portogallo

David Carretta
Il Partito socialista di Antonio Costa ha perso alle elezioni, ma potrebbe allearsi con la sinistra anti Euro e anti Nato pur di formare il governo. La deriva dentro al socialismo europeo

Bruxelles. Antonio Costa, il leader del Partito Socialista in Portogallo, non riesce a digerire la sconfitta della sua agenda anti austerità, decretata dagli elettori nelle elezioni politiche del 4 ottobre e pur di sloggiare il vittorioso premier conservatore, Pedro Passos Coelho, sembra pronto a una pericolosa scommessa syriziana: allearsi con i due partiti populisti anti euro e anti Unione Europea dell'estrema sinistra portoghese. I negoziati tra i socialisti, il Blocco di sinistra (gemellato con Syriza) e il Partito comunista portoghese (che vuole uscire dall'euro, dall'Ue e dalla Nato) sono in una fase “avanzata” e procedono “senza problemi”, ha detto Costa al Financial Times. “Davanti al radicalismo dell'attuale governo (di centrodestra) e alle brutali misure che il paese ha subito, esiste la possibilità di fare marcia indietro sull'austerità senza mettere in discussione i nostri obblighi internazionali”, ha aggiunto Costa.

 

Né gli investitori, né i portoghesi auspicano una “syrizzazione” del governo di Lisbona. La Borsa ha perso più del 5 per cento da inizio settimana di fronte alla prospettiva di un esecutivo tutto a sinistra. I rendimenti sui titoli portoghesi sono tornati a salire. Secondo un sondaggio di Aximage per il Jornal de Negocios e Correio da Manha, solo il 26,6 per cento dei cittadini è a favore di un'alleanza tra Partito Socialista, Blocco di sinistra e Partito comunista portoghese. Il 32 per cento preferisce una grande coalizione tra conservatori e socialisti. Il 20,4 per cento auspica un governo di minoranza di centrodestra. Ma Costa ha avvertito che non sta “bluffando”: la sinistra populista avrebbe rinunciato a chiedere una ristrutturazione del debito e l'uscita dall'euro e “questo ha creato nuove possibilità per soluzioni di governo alternative”.

 

Contestato dentro il partito dopo aver perso elezioni che, da almeno due anni, i socialisti erano convinti di stravincere, Costa sta usando l'aritmetica dei numeri in Parlamento per tentare sopravvivere politicamente. Arrivata in testa con il 38,6 per cento dei voti, il 4 ottobre la coalizione di centrodestra di Coelho si è imposta a sorpresa con un programma incentrato sul proseguimento delle riforme e dell'austerità, ma senza ottenere la maggioranza assoluta dei seggi. Costa è così riuscito a ritagliarsi il ruolo di “king maker” in una fase delicata dal punto di vista istituzionale: un semestre bianco impedisce al presidente in scadenza, Anibal Cavaco Silva, di convocare nuove elezioni. Nei negoziati con i socialisti Coelho ha fatto qualche concessione, ma Costa ha alzato la barra delle richieste socialiste (come un taglio dell'Iva per i ristoranti) per sostenere un governo di minoranza di centrodestra. Agli occhi di alcuni osservatori, sbandierando la minaccia di una coalizione con l'estrema sinistra, il leader socialista sta aumentando il prezzo di un eventuale accordo con i conservatori. Un incontro martedì con il leader socialista è terminato in “modo assolutamente inconcludente”, ha spiegato Coelho, avvertendo che “niente è peggio dell'incertezza” politica attuale.

 

[**Video_box_2**]Al di là dei tatticismi di Costa, l'ipotesi di un governo tutto a sinistra a Lisbona conferma la pericolosa deriva di alcune componenti della famiglia del socialismo europeo, incapaci di scegliere tra la responsabilità la credibilità al governo e i facili slogan anti austerità. In un'analisi sul New York Times, Hugo Dixon ha individuato in Matteo Renzi il modello da seguire per combattere il populismo di destra e di sinistra grazie a visione, equità e leadership. Tutto il contrario di Costa che, come Jeremy Corbin con il Labour nel Regno Unito, è pronto a mettere a repentaglio il futuro del Portogallo alleandosi con gli emuli della Tsiprasmania.