E' interesse della Nato ignorare la fratture tra le due Turchie
Ci sono due Turchie: l’infrastruttura militare istituzionale che opera come un potere della Nato e una Turchia rivoluzionaria che si sta islamizzando sotto la guida di Erdogan; a un certo punto le due Turchie non saranno più compatibili, a causa dei differenti obiettivi e valori. Ma per ora è nell’interesse della Nato e della Turchia ignorare la frattura che cresce. Ovviamente il rapporto di “special friend” di Obama ha fatto la fine del “reset” con Putin, e la Turchia non sarà mai un membro dell’Ue: per ora il rapporto regge perché cresce lo Stato islamico, c’è la minaccia nucleare iraniana e l’arrivo della Russia. E’ come l’alleanza con i sovietici durante la Seconda guerra mondiale: sostenibile soltanto finché c’è un nemico comune pericoloso. Dobbiamo ricordarci che la politica estera di Obama non sarà la politica estera americana ancora a lungo, e se Obama non riesce a sedurre Erdogan con il suo servilismo, è improbabile che il prossimo presidente voglia soltanto provarci. Forse questa è la conferma definitiva della fine de facto del modello turco. La frattura si amplierà se sarà eletto presidente un repubblicano, o paradossalmente Erdogan potrebbe rinunciare un pochino alla sua postura anti americana per ottenere qualcosa in cambio. Con l’occidente debole e l’America disimpegnata, la Turchia si è convinta che i suoi alleati non fossero più d’aiuto; la politica turca triangola tra i tradizionalisti sunniti e i rivoluzionari espansionisti iraniani, ma questa è anche la politica estera dell’occidente guidato da Obama (che chiude un occhio con i regimi anti americani in transizione rivoluzionaria e quindi più “legittimati” e “autentici” dei regimi che sono da sempre pro americani). La Turchia entrerà in Europa soltanto quando l’Europa, non la Turchia, cambierà – non è un pensiero bizzarro, se si pensa all’enorme flusso di migranti nel nord Europa. Quando l’Europa si ritroverà per il 20 per cento islamica forse inviterà la Turchia a entrare, ma a quel punto perché la Turchia dovrebbe accettare, visto che sarà un’Europa ben più turbolenta di adesso?
Victor Davis Hanson
professore di Storia militare alla
Stanford University