La Catalogna inizia il processo d'indipendenza
Il Parlamento locale di Barcellona ha votato lunedì l’avvio del processo per la “disconnessione” della Catalogna dalla Spagna, in un voto ampiamente annunciato che vorrebbe dare inizio alla creazione di “uno stato catalano indipendente in forma di repubblica”. I deputati di Junts pel sí, la coalizione indipendentista che ha ottenuto il maggior numero dei voti alle elezioni di settembre senza però raggiungere la maggioranza, e del Cup, movimento indipendentista e veterocomunista al tempo stesso, trasformatosi nel kingmaker del governo locale, hanno votato a favore dell’indipendenza con 73 voti favorevoli contro i 63 contrari.
La risoluzione prevede l’inizio entro trenta giorni della commutazione delle “leggi del processo costituente, sulla sicurezza sociale e sulle finanze pubbliche”, e avverte che il Parlamento catalano non obbedirà né al governo né al Tribunale costituzionale spagnoli, considerati “delegittimati”. Ha inoltre proclamato che il “futuro governo” catalano, che non è ancora stato formato per la mancanza di un accordo di maggioranza, dovrà “compiere esclusivamente le norme e gli incarichi emanati da questa Camera”. Lunedì pomeriggio i deputati catalani inizieranno le votazioni per la formazione di un governo guidato da Artur Mas, governatore uscente e leader di Junts pel Sí, che tuttavia è ancora privo di maggioranza per l’insistenza del Cup a non dargli il suo sostegno.
Il premier spagnolo Mariano Rajoy, parlando da Béjar, vicino a Salamanca, ha detto che “la risoluzione” dei catalani “non ha nessun valore e nessuna conseguenza”, e ha annunciato per mercoledì una riunione straordinaria del Consiglio dei ministri per attivare un decreto di incostituzionalità contro la mozione indipendentista e per ottenerne la sospensione immediata tramite il Tribunale costituzionale. Grazie a una legge approvata pochi mesi fa dal governo, il Tribunale costituzionale ha il potere di sospendere dall’incarico i funzionari che disobbediscono alle sue sentenze. Rajoy inoltre chiamerà Pedro Sánchez, leader del Partito socialista, e tutti gli altri leader nazionali per parlare insieme delle contromisure.
[**Video_box_2**]Se l’appello al Tribunale costituzionale non dovesse essere sufficiente, Madrid ha pronte altre contromisure. Il Mundo, in un articolo a firma del suo ex direttore Casimiro García Abadillo, scrive che Madrid è pronta a tagliare le finanze al governo catalano, e in particolare il Fondo di liquidità, che sta tenendo in piedi l’indebitato esecutivo locale. Senza i soldi del governo centrale, scrive García Abadillo, Barcellona rischia di non poter pagare stipendi e forniture nel giro di poche settimane. Potrebbero inoltre esserci azioni penali contro i protagonisti della vicenda, come Artur Mas o la presidentessa del Parlamento catalano Carme Forcadell. Il giornale online El Español ha scritto che la Procura generale sta già studiando accuse di cospirazione e sedizione.
Infine c’è l’articolo 155 della Costituzione, che dà al governo poteri speciali nel caso in cui un governo locale non rispetti i trattati federalisti. Secondo il Mundo, il governo è pronto a prendere il controllo delle forze di polizia locali, i Mossos d'Esquadra, che passerebbero sotto il controllo del ministero dell’Interno. Secondo una ricerca interna, degli oltre 17 mila Mossos solo 300 sarebbero favorevoli alla causa indipendentista.