Forze speciali francesi in azione a Parigi (foto LaPresse)

Così abbiamo fatto gli attentati in Sinai e a Parigi, dice lo Stato islamico

Luca Gambardella
Nella rivista Dabiq la rivendicazione degli attacchi contro due delle nazioni che hanno preso parte ai bombardamenti in Siria. Sul volo russo l'esplosivo è stato piazzato nella lattina di una bevanda

Lo Stato islamico ha diffuso oggi in rete l'ultimo numero di Dabiq, la rivista dei combattenti del Califfato, e ha rivendicato con un editoriale l’attentato di Parigi e quello del volo russo precipitato nel Sinai.

 

Pochi i dettagli forniti sulla pianificazione degli attacchi nella capitale francese. "L'operazione ha portato ad attacchi simultanei con giubbotti esplosivi e fucili d'assalto su diversi obiettivi, incluso lo Stade de France, dove il presidente 'crociato' François Hollande assisteva a una partita di calcio, e il Bataclan, dove centinaia di mushrikīn (politeisti, ndr) francesi si erano riuniti per un concerto". Gli attentatori, afferma Dabiq, erano otto.

 

La rivista fornisce maggiori dettagli sull'attentato dello scorso 31 ottobre che ha preso di mira un volo della compagnia russa Metrojet precipitato in Sinai, causando la morte di 224 persone. "Abbiamo scoperto un modo per aggirare la sicurezza dell’aeroporto internazionale di Sharm el Sheikh e volendo scegliere di colpire un aereo appartenente a una delle nazioni che fanno parte della coalizione occidentale a guida americana contro lo Stato islamico, la scelta è finita su un volo russo". La pagina è accompagnata da due foto. Nella prima, compaiono i resti della carlinga del volo schiantato in Sinai, con un riquadro che mostra i passaporti di alcuni passeggeri a bordo del velivolo. Con le immagini dei passaporti, la cui veridicità è ancora da provare, i jihadisti vogliono dimostrare di aver avuto accesso ai controllo di sicurezza dell’aeroporto di Sharm. Nella seconda fotografia, appoggiato su un panno blu, l'ordigno rudimentale che secondo Dabiq è stato usato per fare esplodere l'aereo: una lattina di Schweppes Gold con al suo fianco un innesco. Sempre i media russi hanno citato fonti vicine alla commissione d'inchiesta che indaga sull'esplosione dell'aereo, secondo cui l'esplosivo è sto introdotto nella cabina principale dell'aereo. Secondo gli esperti che hanno visionato i resti dell'aereo, la deflagrazione è avvenuta a un'altezza compresa tra il sedile e il finestrino dell'aereo.

 

[**Video_box_2**]Lo Stato islamico ha pubblicato anche le foto di due ostaggi uccisi, un cittadino norvegese e uno cinese. La rivista afferma che i loro governi hanno rifiutato di pagare un riscatto e che i prigionieri "sono stati abbandonati dalle loro nazioni infedeli". Si chiamano Ole Johan Grimsgaard-Ofstad, di Oslo, e Fan Jinghui, di Pechino ma non si sa dove e quando siano stati catturati. Sia le autorità norvegesi sia quelle cinesi non hanno finora confermato l'esecuzione dei due ostaggi.

  • Luca Gambardella
  • Sono nato a Latina nel 1985. Sangue siciliano. Per dimenticare Littoria sono fuggito a Venezia per giocare a fare il marinaio alla scuola militare "Morosini". Laurea in Scienze internazionali e diplomatiche a Gorizia. Ho vissuto a Damasco per studiare arabo. Nel 2012 sono andato in Egitto e ho iniziato a scrivere di Medio Oriente e immigrazione come freelance. Dal 2014 lavoro al Foglio.